IL CASO

Un altro esposto sul “Crescent”

Italia Nostra e il comitato “No Crescent” presentano un dossier di 120 pagine alla Procura della Repubblica di Salerno

Italia Nostra e il comitato No Crescent hanno presentato un nuovo esposto alla Procura della Repubblica di Salerno. È la diciassettesima denuncia depositata dalle associazioni che contrastano il caseggiato di Bofill. La Procura ha già aperto un fascicolo penale sul discusso intervento urbanistico, abuso d’ufficio in concorso e falso ideologico i reati contestati al sindaco, all’ex soprintendente Zampino, a diversi dirigenti comunali investiti dell’iter burocratico e a un funzionario dell’Agenzia del Demanio. Stavolta l’esposto penale è tutto incentrato sulle violazioni urbanistiche e sugli aspetti demaniali. Un dossier di oltre 120 pagine che elenca nel dettaglio fasi anomale delle procedure demaniali venute alla luce nel corso delle verificazioni urbanistiche, in particolare l’accento è posto su ampie superfici di oltre diecimila metri quadrati non sdemanializzate, dei quali oltre mille metri quadrati costituenti l’alveo del torrente Fusandola. Anomalie sulle quali le associazioni chiedono approfonditi accertamenti agli inquirenti. Il dossier accende i riflettori anche sulla variante al permesso di costruire n.7 del 2012 rilasciato alla società Crescent, variante che rende inattuabile l’intervento in corso perché il settore 1 è bloccato con ordinanza sia del Tar che del Consiglio di Stato dello scorso gennaio. Il comitato e Italia Nostra chiedono agli inquirenti di valutare con attenzione anche le dichiarazioni del progettista della società Crescent sulle destinazioni d’uso residenziali e produttive le cui percentuali ribaltano le previsioni del Puc. Le associazioni, considerate le gravi anomalie evidenziate, hanno chiesto l’immediato sequestro del cantiere.