Ultimi giorni di Pompei L’ultimatum Unesco pesa

Si discute sulle opere di ristrutturazione e il sistema da scegliere per gli appalti Ci sono molte preoccupazioni legate anche alla questione occupazionale

POMPEI. Da un lato la scadenza imposta dall’Unesco del 31 dicembre per restare tra i siti considerati «patrimonio dell’umanita», dall’altra le grandi opere da effettuare entro il 2015 per non perdere i fondi Ue: è una corsa contro il tempo per salvare gli scavi di Pompei, il più grande museo a cielo aperto che l’Italia possa vantare.

Il giorno dopo l’ultimatum a fare presto lanciato dall’Unesco al governo italiano, la replica del sito è affidata al Soprintendente dei Beni Archeologici di Napoli e Pompei, Teresa Elena Cinquantaquattro, che sembra non preoccuparsene più di tanto. «Questo perché - spiega - l’Unesco potrebbe riconsiderare le sue perplessità sulla città antica alla luce delle attività svolte per la conservazione del sito e perché nei prossimi giorni partono le procedure per l’assegnazione dei lavori del Grande Progetto Pompei finanziato dall’Unione Europea. Grazie ai lavori effettuati siamo fiduciosi». «Nei prossimi giorni - aggiunge la soprintendente - si provvederà alla procedura dei bandi per i lavori di messa in sicurezza delle regioni VI, VII e VIII, cioè più della metà dell’area già scavata. Dopo l’estate saranno aperti i cantieri». Sulle gare al massimo ribasso contestate dai sindacati, però, sottolinea: «Noi lavoriamo sempre ai sensi delle norme vigenti. La nostra scadenza più importante è relativa alla spesa dei fondi europei entro il 2015». Sarà proprio la procedura di gara al massimo ribasso quella che domani, al tavolo con l’assessore regionale ai Lavori pubblici, la Fillea Cgil porrà come principale preoccupazione, per l’inefficacia del controllo esercitato dalla Prefettura sul Progetto Pompei.

«Un controllo che - per l’organismo sindacale - è reso blando dalla fretta, dopo l’ultimatum del 31 dicembre che l’Unesco ha dato all’Italia per completare i lavori». A rischio, secondo il sindacato, c’è l’incolumità di chi lavora. Per Pompei «la vera priorità è assumere e mettere al lavoro tecnici, manutentori, architetti, operai» sostiene invece Francesco Rutelli. La richiesta di aumentare il personale, soprattutto custodi, è ribadita anche delle guide turistiche degli Scavi di Pompei. «C’è da sperare che non si minimizzi ancora una volta l’ammonizione», è invece l’auspicio di Antonio Irlando.

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