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Udienza preliminare per 108 persone

PONTECAGNANO. Operazione antidroga “Italo”, chiesto il rinvio a giudizio per 108 persone. La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dal sostituto antimafia Vincenzo Montemurro, titolare dell’...

PONTECAGNANO. Operazione antidroga “Italo”, chiesto il rinvio a giudizio per 108 persone. La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dal sostituto antimafia Vincenzo Montemurro, titolare dell’inchiesta che sgominò quattro gruppi di spaccio che operavano tra la Piana del Sele, i Picentini e Salerno. L’udienza preliminare è stata fissata per la prima decade di agosto nell’aula bunker dinanzi al gup Ubaldo Perrotta. La trattazione durante il periodo feriale si è resa necessaria per la scadenza a breve dei termini di custodia cautelare.
Dalle indagini della Dda e dei carabinieri della compagnia di Battipaglia, guidata dal capitano Erich Fasolino, è emerso che gli imputati, a vario titolo, avevano messo su una solida rete di spaccio, suddivisa in quattro gruppi solidali fra loro, che aveva nel Napoletano, segnatamente a Giugliano e Scampia, nel cosiddetto quartiere le “Vele” e alla “Casa dei Puffi”, i punti di approvvigionamento della droga. Nel corso delle indagini, iniziate tre anni fa, è stata sequestrata droga per un totale di un chilo e mezzo di eroina, sei etti di hashish e trenta grammi di cocaina.
A capo dei gruppi gli inquirenti pongono Mario Trovato, alias “Simone ’o milanese”, attivo nelle rapine, che spaziava sull’asse da Pontecagnano a Bellizzi e Giffoni, i coniugi Michele Degli Angioli e Marcella Pizzo, che vantava collegamenti con i clan partenopei, in particolare con Giovanni Canò, detto “Giuann ‘a sereng’“, e quello di Emanuele Barbone, che operava nella zona orientale di Salerno, a Pastena, e nelle frazioni alte del capoluogo di provincia. C’era, inoltre, la “cellula” di Giffoni con al timone Domenico Lamberti, quel “Mimmo ‘o mafia” coinvolto nell’omicidio di Vincenzo Persico, detto “Coca-cola”, figlio del boss Ciro. I soldi per lo “start up” del business dello spaccio, invece, arrivavano dalle rapine da cui sono partite le indagini.
Massimiliano Lanzotto
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