Il caso

Ucraino ucciso dal freddo. Il corpo resta in ospedale

Pontecagnano, la tragedia è avvenuta all’interno di un rudere in via Magellano. La salma “parcheggiata” in attesa di poterle assicurare una degna sepoltura

PONTECAGNANO. Aveva rifiutato il ricovero in ospedale e la mattina dopo lo hanno trovato senza vita. La storia di Stefan Voloshchuk, settantenne ucraino, è un altro caso di solitudine, molto frequente tra la popolazione immigrata. Soprattutto per l’alto tasso di clandestinità. I più sono sconosciuti alle autorità, se non per precedenti penali. Il suo corpo è ora all’ospedale di Salerno, in attesa di poter assicurargli una degna sepoltura.

Stefan è morto di infarto, solo, in quella modesta casa di via Magellano, nelle campagne di Pontecagnano. Viveva in uno stato di estrema precarietà. L’alloggio occupato dall’anziano ucraino è stato realizzato all’interno di un vecchio rudere dove ci sono i poche ed essenziali servizi per sopravvivere. Quel tetto era l’unico posto coperto dove stare per non trascorrere le notti. Un riparo che non è bastato a ripararlo dal freddo intenso.

Il cadavere sarebbe rimasto lì per giorni, se un’amica, preoccupata delle sue condizioni di salute, non fosse passata di lì. La triste vicenda di Stefan è comune a molti altri invisibili che il freddo di queste settimane ha fatto conoscere.

Da diversi anni ormai in Italia, Voloshchuk viveva di piccoli lavoretti. Non aveva un sussidio di pensione ed era ospitato nell’alloggio dov’è stato trovato morto. Ed è stato più fortunato di altri immigrati irregolari. Aziz Nori, 42 anni, marocchino, è stato trovato cadavere nei capannoni di un’industria dismessa di via Velia, alle spalle dello stadio Luigi Pastena di Battipaglia. Era morto da due giorni quando un connazionale ne ha scoperto il corpo senza vita. Lo straniero viveva di espedienti ed era in cura al Centro di igiene mentale della città della Piana. Soffriva di epilessia. Ad ucciderlo il freddo, molto pungete durante le ore notturne. Stesso destino che ha segnato l’esistenza di Jacek Gryzak, 48enne polacco, rinvenuto sul pavimento di una stanza di un vecchio opificio di via Matteo Ripa, sempre a Battipaglia, dove un tempo si produceva materiale plastico. A trovare il cadavere del clochard, come negli altri casi, era stato un connazionale del polacco.

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