Tutti in piazza per il porto

Imprenditori, sindacati e associazioni chiedono di annullare l’accorpamento

SALERNO. Saranno almeno un centinaio i lavoratori del porto di Salerno che, questa mattina, dalle 10 alle 12, presidieranno piazza Amendola, dove ha sede la Prefettura. Una manifestazione organizzata per far sentire la propria voce ed opinione in merito alla riforma di riordino dei porti italiani, varata dal ministro Graziano Delrio, che per la Campania prevede un’unica Autorità portuale regionale, con sede a Napoli, inglobando quelle di Salerno e Castellamare di Stabia. In questo modo, lo scalo commerciale salernitano, da anni punto di riferimento per i più importanti traffici europei e mondiali e in continua crescita, perderebbe la propria autonomia non solo gestionale ma anche in termini economici ed occupazionali.

Questi sono i principali i timori che sono venuti a galla dopo la presentazione del decreto legge, che adesso si appresta ad essere esaminato nella commissione parlamentare di competenza. In un contesto generale di crisi economica, la possibile perdita di centralità nelle scelte che dovranno governare il futuro del porto di Salerno e del suo ulteriore sviluppo, potrebbe rappresentare il collasso dell’intero sistema portuale che, nonostante tutto, è riuscito a segnalarsi, nel panorama della portualità nazionale, come un esempio virtuoso e addirittura invidiato. Con il nuovo assetto gestionale dell’Autorità portuale unica, Salerno, invece, potrà contare su un solo rappresentante all’interno del comitato portuale, che verrà scelto dall’Amministrazione comunale. Un’unica voce, peraltro di nomina politica, che spaventa in particolar modo gli imprenditori che, come nel caso della comunità portuale di La Spezia, chiedono invece che quella poltrona sia occupaao da una figura più tecnica, in grado di prendere decisioni senza condizionamenti politici che – ed è questo l’altro timore – potrebbero favorire una politica “napolicentrica”, a tutto svantaggio del porto di Salerno.

Timori che verranno portati questa mattina in piazza dagli associati di Assotutela, che hanno annunciato, già da diversi giorni, la loro presenza. Anche se dal sindacato qualche storce il naso. Durante il presidio, una delegazione di lavoratori portuali chiederà di essere ricevuta dal Prefetto o da un suo delegato «al quale – spiega Francesco Ceschini, componente del comitato portuale di Salerno e delegato della Filt Cgil – consegneremo un documento per spiegare le nostre ragioni e chiedere di tenere alta l’attenzione istituzionale sulle incognite legate alla riforma portuale».

Una riforma, sostengono le tre sigle confederali di categoria, «che andava fatta tempo fa e che adesso rischia di soffiare a Salerno molti traffici che - sottolinea Vincenzo Sabbetta della Fit Cisl – potrebbero essere spostati sul porto di Napoli o in altri scali italiani». Un possibile depotenziamento del porto cittadino, dunque, che rappresenterebbe un problema non di poco conto per tutte quelle aziende della nostra provincia che hanno il loro “core business” basato prevalentemente sull’export dei propri prodotti. E a risentirne sarebbe principalmente proprio il settore agroalimentare, che è uno dei fiori all’occhiello dell’economia provinciale. Dopo l’allarme lanciato da Coldiretti Salerno, anche la Cna scende in piazza a sostegno della battaglia contro l’accorpamento.

Già questa mattina, saranno al sit in organizzato dai sindacati dove distribuiranno volantini informativi alla cittadinanza per sensibilizzare il maggior numero di persone sulla vicenda. Alla manifestazione di oggi è attesa, altresì, pure la presenza di un’altra categoria legata all’indotto del porto di Salerno, quella degli autotrasportatori che potrebbero manifestare a sostegno della protesta a bordo dei propri tir proprio nei pressi della Prefettura di Salerno. La mobilitazione, insomma, seppur appena cominciata, fa già registrare adesioni importanti, segno che il tema è delicato e sentito.

E non potrà essere affrontato senza ascoltare le ragioni di chi il porto lo vive quotidianamente.

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