La protesta

Tutti in coro: «Via le Fonderie Pisano»

Duecento persone hanno sfilato in centro contro l’inquinamento delle Fonderie

SALERNO. Il tempo inclemente non ha certamente favorito lo svolgimento della manifestazione, ma di sicuro il corteo #Arianuova 2.0 non si sarebbe fermato nemmeno con l’acquazzone che lo ha colpito in tarda mattinata. Circa duecento le persone che non hanno voluto far mancare la propria presenza in piazza Vittorio Veneto, dove alle 9.30 del mattino hanno iniziato ad aggregarsi.

Tanti i ragazzi, studenti universitari e dei vari licei salernitani, accorsi con gli striscioni e gli slogan per mettersi al fianco di chi sta combattendo da tempo la propria battaglia per il diritto alla salute. Cinque i candidati sindaco presenti: da Dante Santoro a Gianluigi Cassandra, Gianpaolo Lambiase, Giuseppe Amodio e Roberto Celano.

Diversi i candidati al Consiglio comunale con l’uno o l’altro concorrente alla prossima tornata del 5 giugno, in un clima solo apparentemente lontano dalla campagna elettorale. In prima fila, come era giusto che fosse, il comitato “Salute e Vita"”, promotore di questa rinnovata versione del corteo che già nel settembre 2014 aveva testato la sensibilità dei salernitani, al cui fianco si sono schierati gli attivisti del Presidio permanente guidato da Martina Marraffa. Fonderie Pisano al centro dei cartelli di protesta, dei cori e delle parole dei manifestanti, ritenute tra i responsabili dell'inquinamento della valle dell'Irno.

Alle 10 precise il gruppo si schiera e parte il serpentone. Su corso Vittorio Emanuele la forte scarica d’acqua che decima il corteo, che poi si rimpolpa sul lungomare, una volta discesi da piazza Portanova, per attestarsi infine davanti al portico del palazzo della Prefettura, in piazza Amendola.

leggi anche: Salerno, le Fonderie e i ritardi ventennali Cosa c’è sullo sfondo di questa giustissima protesta di chi si è stancato di vivere in un ambiente inquinato come quello della zona di Fratte e della valle dell’Irno e la difficoltà a rimuovere l’ultimo insediamento industriale “pesante” di quella zona

Ci sono tutti: dalla signora Anna Risi a Massimo Calce, da Ernesto Langella ad Anna Nisivoccia, presente dopo il grave lutto per la perdita della madre, l'attrice Regina Senatore. «I politici intervenuti devono sapere che oggi ci hanno messo la faccia. No alle strumentalizzazioni – afferma Lorenzo Forte, portavoce del comitato – Chiederemo loro, in caso di elezione, di indire un primo Consiglio comunale nel quale si parli della questione fonderie. Vedremo allora se la loro parola conterà qualcosa. Se entro il 5 giugno il sindaco non interverrà contro una fabbrica che a oggi provoca un pericolo per la salute e per l’ambiente, occuperemo i seggi di Fratte e non permetteremo il voto. Vogliamo una soluzione immediata».

« Pesante è l’assenza dei sindacati – incalza Forte– La Cgil ha deciso da che parte stare: né con i lavoratori né con i cittadini ma con il padrone. Ci auguriamo che recuperino e partecipino alle prossime manifestazioni».

Tra gli intervenuti anche l'assessore cittadino all’Ambiente, Gerardo Calabrese, in più occasioni preso di mira proprio da alcuni cori, accusato di aver temporeggiato sulla questione fonderie. «Io non ho problemi a partecipare alla manifestazione – controbatte Calabrese – Sono stato invitato e sono venuto, al limite sono altri enti ed istituzioni che non hanno fatto il proprio dovere – precisa l’assessore riferendosi ad Arpac, Asl e alla vecchia amministrazione regionale – È di pochi giorni fa la delibera che impone alle Pisano di risolvere delle criticità che ci competono, quali la gestione illecita dei rifiuti e lo scarico di acque reflue. Se entro trenta giorni non dovessero adeguarsi alle prescrizioni, il sindaco prenderà seri provvedimenti. Siamo però tutti d'accordo sul fatto che quelle fonderie, lì, non possono più rimanere».

Un problema da risolvere in fretta anche per Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, che annuncia anche la presa di posizione in caso di nuovi procedimenti penali: «Nel caso di un rinvio a giudizio a seguito dell'inchiesta della Procura di Salerno, non esiteremmo a costituirci di nuovo parte civile – ha dichiarato Buonomo – Manifestazioni del genere servono perché non ci sono state mai risposte serie e definitive da parte delle istituzioni ma solo un palleggiamento di responsabilità. È chiaro cosa fare: delocalizzare l'impianto in una zona industriale, con tecnologie all’avanguardia a minor impatto».

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