Tutta la città ha salutato il suo angelo

Migliaia di persone ai funerali della ventenne Maria Rosaria Santese. Il dolore dei genitori e le commosse lettere delle sorelle

«Chi perde una moglie è vedovo e chi perde un genitore è orfano, ma non c’è una parola che definisca chi sopravvive a un figlio…». Don Vincenzo Sirignano prova a dar voce al dolore immenso della mamma e del papà di Maria Rosaria, la 20enne figlia dell’imprenditore Renato Santese, che l’altro ieri ha perso la vita sull’asfalto di via Cupa Filette.
Le mura della chiesa madre di “Santa Maria della Speranza”, dove ieri si sono celebrati i funerali, non contengono le migliaia di battipagliesi venuti a dare l’ultimo saluto ad «un angelo bellissimo», come il parroco definisce Maria Rosaria. Prima della cerimonia, la bara è stata portata a spalla dagli uomini delle onoranze funebri e da alcuni amici della giovane. Dietro il feretro tanti ragazzi con fiori bianchi.
Il lungo corteo è partito dall’altare della chiesa, dove, dalla sera precedente, era stata allestita la camera ardente, per poi tornare nello stesso punto. Lì ci sono papà Renato e mamma Cinzia Manzo, le sorelle Annabella e Alessandra, e gli zii Vito e Antonio Santese. C’è nonno Francesco, “don Ciccio”, devastato dal dolore. Ci sono le atlete della PB63 Lady, la squadra di pallacanestro cittadina. E gli altri amici che la giovane aveva conosciuto inseguendo la propria passione per il basket: sono quelli del comitato italiano arbitri della Federazione italiana di pallacanestro, che come la ventenne dirigono le gare.
«Il Paradiso è un giardino pieno di giochi - dice don Vincenzo - e Maria Rosaria continuerà ad arbitrare le partite disputate dagli angeli…». C’è Sasà Avallone, team manager della Salernitana, la squadra che Renato ama e che aveva provato ad acquistare in passato. E ci sono tanti amici del mondo della politica: Roberto Napoli, Alfonso Andria, Antonio Cuomo e Edmondo Cirielli. E la sindaca, Cecilia Francese con Ugo Tozzi e con gli assessori e i consiglieri.
Tutta Battipaglia è in quella chiesa. E piange commossa ascoltando il brano scelto dalla famiglia Santese, tratto dal vangelo di Giovanni: i greci chiedono a Filippo di vedere Gesù. E Gesù dice che chi ama la sua vita la perde e che il chicco di grano che muore produce molto frutto. «Faremmo un torto all’angelo Maria Rosaria se nel giorno della sua resurrezione vivessimo la disperazione e non la speranza - dice il parroco - e allora oggi non chiediamo a Dio perché ce l’ha tolta, ma lo ringraziamo perché ce l’ha donata». I battipagliesi, commossi, applaudono. E fanno lo stesso quando, al termine della messa, Annabella e Alessandra si recano all’ambone insieme a una zia. Hanno scritto delle lettere, ma lasciano che sia la donna a leggerle. “Mi manca il tempo insieme a te - c’è scritto sul foglio vergato da Annabella - oggi che ho imparato a mie spese che niente è per sempre, anche se pensavo che il nostro rapporto lo fosse…”. E Alessandra, nella lettera alla sua «Saia», scrive che “Dio s’è preso il più bel fiore di maggio, e noi dovremo irrigarlo con le nostre lacrime”. Parla d’un «testamento» in un post su Facebook: “Avevi scritto che l’amore si dà, non si riceve, e tu hai donato la tua vita, proprio come Gesù”. E scrive pure di Sant’Agostino: “Ora capisco quando diceva che il cuore non trova pace finché non riposa in Cristo…”. E invoca Maria Rosaria: “Conservaci dei posti accanto a te…”.
Le due ragazze si siedono, e al microfono s’avvicina un’amica della giovane: «Avevi il sorriso sempre stampato sul viso, e l’hai portato nelle nostre case. Abbiamo pianto sulle tue spalle. Sono stati solo vent’anni, troppo pochi anche per chi, come te, ha vissuto appieno ogni istante…».
La famiglia Santese ha voluto ringraziare la cittadinanza. Lo fa attraverso don Vincenzo, perché parlare è impossibile. Viene più naturale, all’uscita dalla chiesa, alzare lo sguardo verso il cielo. In aria volteggiano dei palloncini. Sono bianchi. È il colore dell’anima del «più bel fiore di maggio».
Carmine Landi
©RIPRODUZIONE RISERVATA