Turismo: fra’ Gigino all’attacco

«La gente viene solo al Santuario? Ma la città cosa fa per attirare presenze?»

«Il Comune non mi ha dato nulla, non è stato deliberata alcune voce di spesa per Natale, io ho coperto le spese ed ho organizzato tutte le attività all’interno del Santuario, che peraltro hanno portato tanti turisti sul territorio. Non si può vivere all’ombra di padre Gigino. Se il turismo religioso deve essere per la città, allora bisogna sedersi al tavolo tutti insieme, amministrazione, associazioni e ministri di culto, programmare insieme e sopratutto investire economicamente per il raggiungimento dell’obiettivo comune di aumentare ulteriormente i flussi turistici che raggiungono la città di Cava de’ Tirreni».

Non si ferma la battaglia di padre Petrone, che stavolta ha scelto la conferenza stampa convocata dal presidente di Confesercenti Cava, Aldo Trezza, presso il suo esercizio commerciale. Quando si è cominciato a parlare di turismo religioso e del volano che potrebbe rappresentare per la città, fra’ Gigino è sbottato.

«Io so bene di non essere amato da tutti e tante sono le critiche nei miei confronti e le cose che si dicono in giro. Fra le maggiori critiche che mi vengono rivolte, c’è quella che i turisti religiosi vengono a Cava solo diretti al Santuario e non portano benefici in termini economici alla città stessa. Ma la mia domanda è: «cosa fa la città per attirare gente? In realtà le visite al Santuario francescano sono frutto di un lavoro immenso sia di programmazione che di comunicazione. I pullman che sono arrivati in città in occasione dalle feste natalizie mi sono costati circa 39.000 euro. Per strada, e non solo sul territorio cavese, ci sono cartelloni pubblicitari in spazi acquistati dal Santuario, cui si aggiunge il lavoro sui social network e su Internet per rispondere alle persone, dare informazioni e divulgare le attività. Bisogna parlare di meno e lavorare di più, in modo sinergico e non agire per il gusto della critica».

Il Santuario metelliano ha in servizio 12 dipendenti fissi, 8 saltuari e 150 volontari, che lavorano dislocati nelle varie aree per far conoscere all’esterno le attività svolte nell’ambito di una programmazione che abbraccia durante tutto l’anno varie tipologie di intrattenimento e spettacolo, per venire incontro alle varie esigenze e gusti dei fedeli. insomma, un luogo di culto che diviene attrattore anche per l’offerta turistica.

«Il Santuario ha attività programmate fino a giugno, stiamo già valutando il prossimo Natale. Ma non ci sono solo gli eventi nel mio pensiero. La mia progettazione infatti abbraccia tanti ambiti. Sarebbe bello ad esempio riuscire realmente ad annettere nuovamente Santa Maria al Rifugio al convento e farne così un centro per ospitare i malati terminali», ha concluso padre Gigino, rispondendo poi alla domanda relativa alla polemica del parcheggio in piazza San Francesco: «Già per legge non dovrebbe esserci un parcheggio dinanzi ad un Santuario, anche solo per un problema di sicurezza. Inoltre devo ancora comprendere se quell’area fa o meno parte del centro storico di Cava de’ Tirreni, visto che se faccio delle richieste mi vengono negate perché appartengo al centro storico, mentre però tutte le iniziative e gli addobbi solitamente non arrivano alla piazza», ha concluso padre Petrone.

Imma Della Corte

©RIPRODUZIONE RISERVATA