Turismo e cibo, innovare è possibile

Due nuove imprese: una per far fruire il territorio ai disabili e l’altra per vendere prodotti alimentari “nutraceutici”

Giovani, visionari, stakanovisti, animati dalla passione e da una sorta di vocazione verso l’imprenditoria: è l’identikit degli innovatori sociali, imprenditori del cambiamento in grado di generare un impatto positivo sulle comunità di riferimento, andando oltre la logica del profitto ad ogni costo. Un settore dinamico e vivace per definizione; una delle caratteristiche dell’innovazione sociale è infatti ottenere qualcosa di nuovo dall’esistente, assemblato in maniera diversa. Segnali positivi arrivano anche da Salerno, nonostante i dati relativi all’occupazione giovanile dipingano una situazione allarmante, fatta di lavori precari ed emigrazione.

I due progetti. Si tratta delle storie di TripMeToo e Phenòmega, imprese sociali innovative ad alto valore tecnologico basate nella nostra città. La prima è un progetto di turismo accessibile e inclusivo per persone con esigenze speciali, ideato da un gruppo di lavoro costituito da sei persone a cui si aggiungono tre consulenti esterni. Giovanni D’Alessandro, portavoce del team, è un trentacinquenne ebolitano che, dopo aver vissuto per anni a Parma, è tornato a casa spinto dall’amore verso la propria terra. «Vorremmo far partire questo progetto dalla Campania, regione ricca di posti stupendi, perché crediamo fermamente che il turismo possa essere uno dei suoi punti di forza. Per i disabili, però, è spesso problematico programmare una vacanza e fruire delle bellezze che il nostro territorio offre». Lo staff che sta lavorando sull’idea è piuttosto variegato. «Io sono un tecnico ambientale, alcuni provengono dal mondo del terzo settore, altri ancora dalla raccolta fondi». Un progetto ambizioso, che punta a vedere la luce entro l’anno prossimo. «Crediamo fortemente nella replicabilità e scalabilità di TripMeToo, che noi amiamo definire come il luogo in cui tutti possano viaggiare. Un altro obiettivo è mappare le principali città italiane al fine di creare un sistema preciso e puntuale dove la persona con esigenze speciali possa scegliere e organizzarsi in maniera autonoma» conclude D’Alessandro.

Phenòmega è invece una food startup fondata da quattro giovani salernitani con l’obiettivo di esportare i prodotti gastronomici cilentani in tutta la penisola arrivando, tramite il web, anche all’estero.

«L’innovatività della nostra idea si fonda su tre punti cardine: il cibo deve essere nutraceutico, deve cioè avere una funzione benefica sulla salute umana, tracciabile e gustoso – spiega Carlo Cavaliere, Ceo di Phenòmega – Stiamo creando un’etichetta che identifichi un certo modo di produrre e consumare gli alimenti allo scopo di diffondere tra i consumatori la consapevolezza su cosa stanno per consumare e, nel contempo, promuovere il modello nutrizionale della dieta mediterranea. A breve lanceremo la nostra prima linea di prodotti alimentari nutraceutici».

L’accompagnamento. I team delle due startup salernitane hanno partecipato a “Social Startup”, progetto di accompagnamento alle nuove imprese focalizzate sull’innovazione sociale ideato dalla Fondazione Emblema e sostenuto da Sviluppo Campania. Strutturato in venti giornate di formazione rivolte ad aspiranti imprenditori, laureandi e neolaureati, l’iniziativa si è conclusa sabato 29 ottobre con un dibattito sul tema “Finanza etica e innovazione sociale”. All’incontro, tenutosi presso la sede della Fondazione Ebris, hanno partecipato Giacinto Palladino, consigliere di amministrazione di Banca Popolare Etica, Vincenzo Pepe, presidente della Fondazione Vico, e l’assessore al Bilancio e Sviluppo del Comune di Salerno Roberto De Luca.

«Salerno ha il potenziale per sviluppare un florido ecosistema di innovazione sociale: è un territorio dove c’è voglia di innovare, dotato di infrastrutture tecnologiche, con un’elevata qualità della vita in termini di clima e cibo, fattore assolutamente non trascurabile – osserva Tommaso Aiello, direttore generale della Fondazione Emblema – Ci auguriamo che i progetti imprenditoriali affinati durante il corso possano spiccare definitivamente il volo».

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