Tumore curato come ascesso Due prosciolti e altre indagini

CAPACCIO. Si indaga ancora e potrebbe esserci presto una svolta sulla morte di Giovanna D’Alessandro, la 43enne di Capaccio morta nel 2014 per un tumore al seno che era stato scambiato per un ascesso e curato con una terapia antibiotica. Il giudice delle indagini preliminari ha archiviato, su richiesta del pubblico ministero Roberto Penna, le posizioni dei Rocco Calabrese e Luisa Russo, difesi dall’avvocato Orazio Tedesco. I loro nomi sono stati stralciato dall’inchiesta, che prosegue ancora nei confronti di altri otto medici e infermieri che non si accorsero, né nel corso dell’intervento chirurgico né durante le medicazioni, che la donna aveva contratto una neoplasia che in meno di due anni l’avrebbe portata alla morte. Così ritengono i familiari, che a giugno dell’anno scorso (un mese prima del decesso) si opposero alla richiesta di archiviazione del procedimento per lesioni colpose. L’inchiesta è poi andata avanti per omicidio colposo e pochi giorni fa è arrivato lo stralcio con il provvedimento di archiviazione per due indagati.

Il calvario di Giovanna D’Alessandro inizia nel 2011, quando il medico curante liquida come una semplice zona adiposa l’incavo formatosi su una mammella. Nei mesi successivi la diagnosi è cambiata in ascesso mammario e il 30 luglio del 2012 la donna si ricoverò con questa diagnosi all’ospedale di Battipaglia. Qui le fu praticato un intervento di incisione e drenaggio e fui poi dimessa con la mera indicazione di una terapia antibiotica e ritorno in ospedale il giorno dopo per la medicazione. Di medicazioni se ne dovettero fare nove, e il medico curante ne prescrisse poi altre otto perché continuavano ad essere presenti secrezioni ematiche. Solo molto dopo fu diagnosticato il carcinoma. (c.d.m.)

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