Truffa Inps, a giudizio i fratelli Trapani

Per gli imprenditori di Pagani disposto il rito “immediato”. Sequestrati beni per un valore superiore ai quattro milioni

PAGANI. Il gip ha disposto il giudizio immediato per i fratelli Trapani, indagati nella maxi inchiesta “Mastro Lindo” per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Inps. Il processo, in attesa di eventuali richieste di rito alternativo, è stato fissato il prossimo cinque aprile, col giudice ad accogliere la richiesta del pubblico ministero basata sull’evidenza delle prove a carico raccolte.

Il presidente della Paganese calcio Raffaele Trapani e il fratello Antonino sono agli arresti domiciliari dal dicembre scorso, con il doppio rigetto delle richieste di scarcerazione presentate dagli avvocati Bonaventura Carrara e Giovanni Annunziata, contro la misura cautelare iniziale disposta dal gip del tribunale di Nocera Alfonso Scermino. I due fratelli, dopo l’esecuzione delle restrizioni, avevano scelto di rispondere alle domande del gip, depositando integrazioni e ampie documentazioni, senza convincere né lui né il successivo passaggio giudiziario del tribunale del riesame. Al centro dell’inchiesta della procura c’è la società di servizi Global Service, riconducibile ai due indagati, con altre due fantomatiche cooperative risultate inesistenti al vaglio investigativo. La difesa ha sempre puntato a dimostrare l’estraneità dell’azienda Global, con 379 dipendenti e versamenti per quattro milioni di euro in due anni di contributi Inps, ribattendo alle accuse di frode, negando ogni connessione con le attività delle coop fantasma.

Il Riesame confermò la restrizione e la solidità dell’emergenza cautelare sostenuta dalla procura, con l’ultimo passaggio ad avallare la raccolta del materiale probatorio. Non è valsa la concomitanza nel periodo chiave delle contestazioni degli arresti domiciliari subiti dal presidente della paganese, coinvolto e poi assolto nell’inchiesta “Linea d’ombra”, ora nuovamente comparso nella maxi inchiesta “Criniera”. In prima battuta, pur rispondendo al gip, Antonino Trapani non aveva presentato richiesta di revoca, riunendo l’istanza davanti al tribunale della libertà di Salerno, con un successivo interrogatorio svolto davanti al pm Lenza.

Gli accusatori dei due, primi a indirizzare gli investigatori sulla pista dei fratelli Trapani, sono l’imprenditore Antonio Toscano e il consulente Maurizio Stella, ascoltati nel corso di un decisivo incidente probatorio, nell’estate del 2013, coinvolti a loro volta in un precedente filone d’indagine.

I due Trapani sono stati raggiunti da provvedimento di sequestro beni per oltre 4 milioni di euro, in concorso con i commercialisti Mario e Luigi Calabrese, di Sant’Antonio Abate, indagati a piede libero, raggiunti a dicembre da sequestri per equivalente.

Alfonso T. Guerritore

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