la pronuncia dei riesame

Truffa gasolio, via i sigilli ai beni

Sequestri ridotti da 4 milioni a 122mila euro. Coinvolto Aldo Autuori

Sarà dissequestrato quasi tutto il patrimonio di sei imprenditori della Piana del Sele coinvolti nella maxi inchiesta su un traffico internazionale di gasolio. Il Tribunale del Riesame ha depositato ieri un provvedimento che riduce a soli 122mila euro (da un importo iniziale di 3 milioni e 876mila) il sequestro per equivalente disposto nel luglio del 2014 dal giudice delle indagini preliminare. Tra i beni a cui dovranno essere tolti i sigilli ci sono quelli di Aldo Autuori, l’imprenditore di Pontecagnano ucciso il 25 agosto da una raffica di colpi di pistola mentre stava per rientrare a casa. Gli altri destinatari del dissequestro sono Ernesto e Vincenzo Montella di Olevano sul Tusciano, Maurizio Galiano di Battipaglia, Cosimo Iuorio di Eboli e Romeo Felitti di Potenza. Secondo gli inquirenti hanno collaborato al traffico illecito “rendendosi stabilmente disponibili a ricevere i prodotti petroliferi illecitamente introdotti nel territorio nazionale”, rappresentando “un pilastro della complessa struttura organizzativa volto a facilitare l’esercizio dell’intera attività criminale”. Al sequstro, in solido, di quasi quattro milioni di euro si era arrivati perché questo era il guadagno dell’intero sodalizio che la Guardia di Finanza aveva calcolato in maniera presuntiva ritenendo attiva l’associazione a delinquere sin dal 2012. Un metodo di calcolo “bocciato” dalla Cassazione, secondo cui l’importo del sequestro per equivalente può essere determinato solo in base a fatti accertati, cioè con riferimento ai singoli sequestri di gasolio operati nel corso delle indagini. Per questo l’ordinanza è stata annullata con rinvio al Tribunale del Riesame, che ieri si è adeguato ai criteri indicati dalla Cassazione e ha riformato il decreto di sequestro accogliendo le istanze degli avvocati Massimo Ancarola, Francesco Rizzo e Gaetano Pastore e Saverio Maria Accarino. Il conteggio è stato fatto tenendo conto di quanto risulta evaso, in accise e iva, spacciando per olio combustibile il gasolio trasportato in Italia dall’estero. L’individuazione dei singoli beni che saranno restituti è compito ora del pubblico ministero. (c.d.m.)

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