Truffa all’Inps, si indaga a Roma

Il pm Lenza ha inviato gli investigatori nocerini nella sede centrale dell’istituto

NOCERA INFERIORE. È durata l’intera giornata di ieri la perquisizione alla sede Inps di Roma ordinata dal pm Lenza ed eseguita dai carabinieri della sezione pg di Nocera Inferiore, a caccia dei file di pagamento delle indennità previdenziali riguardanti una trentina di imprese di pulizia attive a Pagani.

L’operazione prosegue la maxi inchiesta Mastro Lindo nata nel 2012 e portata avanti attraverso numerose fasi investigative ed esecutive, con migliaia di rapporti lavorativi fittizi, e un primo conto parziale di truffa complessiva superiore ai 50 milioni di euro. La prima fase puntò alle sedi delle imprese di pulizia del salernitano, con “imprenditori formali” arrestati e dipendenti delle ditte indagati, che figuravano in imprese inesistenti, costituite allo scopo di percepire migliaia di euro in indennità Inps, con numeri abnormi di lavoratori interessati da indennità di disoccupazione e maternità.

I file acquisiti riscontrano le false posizioni lavorative e la loro reale cancellazione dall’Inps, verificando l’effettiva interruzione dell’erogazione delle indennità. La maxi inchiesta Mastro Lindo ha compreso cinque fasi costruite in una voragine di numeri finti, messi insieme solo con l’obiettivo di raggirare e intascare denaro. Nei guai sono già finiti consulenti del lavoro, titolari di patronati, collegati alle sedi fantasma delle aziende mai esistite, tra teste di legno, buchi fatiscenti individuati come sedi di grosse imprese con centinaia di addetti e lavoranti, con poveracci a fare i prestanome presso i notai e indotti a firmare per costituire società in cambio di manciate di euro.

L’assalto ai forzieri del denaro pubblico dell’Inps mette insieme indennità di disoccupazione, maternità e malattia, fino alle aziende coinvolte, in grado di assumere regolarmente le maestranze e poi di richiedere il denaro, senza neanche versare i previsti contributi nelle casse Inps. Il lavoro dei militari e della procura scava sul fondo dove manovrano le compiacenze interne all’istituto previdenziale, ora raggiunto da un decisivo e approfondito atto investigativo, con l’area “politica” ancora fuori dai giochi.

Più che ipotetici risultano scambi di consenso, favori, soldi e voti, per un parziale che conta oltre 40 ordinanze di cautelari personali, di cui 31 agli arresti domiciliari, con il sequestro per equivalente dei beni disposto dal gip per oltre 108 milioni di euro, quale provento dell’illecita attività, individuando 10.000 posizioni lavorative fittizie, inserite in aziende agricole e di servizi, ditte di pulizia e cooperative prevalentemente inesistenti, con azioni continue di sequestro patrimoniale per somme equivalenti a quelle percepite nei confronti degli imprenditori. Nella scorsa primavera la procura eseguì una ulteriore operazione con blitz e perquisizioni all’interno di quattro patronati.

Alfonso T. Guerritore

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