IL BLITZ

Truffa all’Inps, sei persone in manette nell'Agro

Oltre quaranta indagati per un raggiro milionario

LE INTERCETTAZIONI: «DEVONO ARRESTARE A ME, NON A TE»

L'ELENCO COMPLETO DEGLI INDAGATI

SALERNO - Truffavano Inps e Agenzia delle entrate costituendo false aziende, falsi rapporti di lavoro con l’emissione di fatture fasulle i sei arrestati ai domiciliari finiti al centro dell’operazione “Leonardo”, scattata all’alba di ieri tra Nocera Inferiore, Angri e Scafati, fino a Sant’Antonio Abate. In manette con accuse di associazione a delinquere finalizzata alle truffe sono finiti il commercialista Domenico Desiderio , Arcangelo Battimelli , l’antiquario Ottavio Carusti , il faccendiere Sabato Abagnale, angrese, e i commercianti-imprenditori Aurelio Salierno di Scafati e Vincenzo Carusti , con l’emissione di 40 misure di sequestro per equivalente per un valore complessivo di sette milioni di euro. Il blitz è arrivato su ordine del Gip del Tribunale di Nocera Inferiore dopo l’inchiesta portata avanti per circa un anno dagli uomini della sezione pg dei carabinieri della Procura di Nocera Inferiore, guidata dal luogotenente Alberto Mancusi , col coordinamento del pubblico ministero Roberto Lenza e la direzione del procuratore capo Antonio Centore . Le ricostruzioni del meccanismo criminale sono cominciate nel 2016, sulle tracce di un sodalizio composto da commercialisti e soggetti attivi nel ruolo di procacciatori, in grado di trovare persone per false assunzioni e intestazioni fittizie di imprese in realtà inesistenti. Tali società, oltre a ricevere benefici per i dipendenti, emettevano documentazioni contabili per prestazioni mai eseguite, verso terze aziende esistenti e verso altre aziende che esistevano solo formalmente. Il principio cartolare, con l’utilizzo di scatole cinesi in luogo di vere società, comportava spartizioni degli incassi, versamenti di gettoni e retribuzioni per il ruolo di teste di legno, corrispettivi a percentuali per i complici. L’Inps veniva saccheggiata attraverso le erogazioni previdenziali previste per legge, mentre l’Agenzia delle Entrate versava i crediti di imposta: tali ammanchi erano l’obiettivo del gruppo, che faceva capo ad una organizzazione dotata di menti, ruoli e riferimenti, a costituire la reale base operativa del sodalizio. I sei componenti della “regia” criminale risultano legati tra loro dal vincolo associativo, con le indagini a comprovare indennità previdenziali pari a 2 milioni di euro circa incassate indebitamente. Nel corso delle verifiche carabinieri hanno documentato l’emissione di fatture per prestazioni inesistenti, che consentivano ai portatori di beneficiare di crediti di imposta, per un ammontare complessivo pari a circa 20 milioni di euro.

Alfonso T. Guerritore