la tragedia

Trovato a Eboli un cadavere con un ago nel braccio

Il ritrovamento ieri pomeriggio in una stradina del litorale ebolitano. Il corpo è di un cinquantatrenne rumeno

EBOLI. Il corpo senza vita era in una stradina sterrata. Lo ha trovato un ciclista ieri pomeriggio sul litorale di Campolongo. La persona deceduta è stata identificata in un cittadino rumeno di 53 anni, Mateiu Puiu-Aurel: un senza fissa dimora che si vedeva in giro spesso nella zona della Marina di Eboli. Il corpo era riverso a faccia sotto. Nella vena di un polso, invece, aveva inserito un ago butterfly, di quelli che si applicano ai malati cronici bisognosi di terapia endovena. Sul posto i carabinieri per le indagini. Da un primo esame nono sono presenti segni di violenza sul corpo.

Quella che sembra essere un’altra tragedia della povertà l’ha scoperta per caso da un ciclista amatoriale che aveva scelto il litorale per una pedalata pomeridiana. Il cadavere del rumeno era in una stradina chiusa al traffico, adagiato su di un tappeto di erba alto pochi centimetri.

Sul luogo della segnalazione si sono portati i soccorritori del 118. Le indagini sono state fatte dai carabinieri della locale compagnia diretta dal tenente Luca Geminale, e dai militari della stazione di Santa Cecilia. Dal primo esame esterno, la morte non sarebbe attribuibile a fattori violenti. Il medico legale, il dottor Maisto, incaricato dal pm di turno alla procura di Salerno, non ha rilevato segni che possano far pensare a un delitto. Il cadavere, ad ogni modo, è stato sequestrato e posto a disposizione dell'autorità giudiziaria. La salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di Vallo della Lucania. Si attende ora la decisione del magistrato sull’esame autoptico. Solo un approfondimento medico potrà stabilire con esattezza le cause del decesso. Dagli elementi raccolti finora, si presume si tratti di una morte naturale.

Anche lo stato di salute dell’ uomo, cagionevole da quanto emerge dall’esame esterno, avrebbe influito sulle cause della morte. Stante le indiscrezioni trapelate, il cadavere aveva un principio di decomposizione al viso. La morte risalirebbe ad almeno ventiquattrore prima del ritrovamento. Sul luogo del ritrovamento è intervenuta anche la squadra della sezione scientifica dell’Arma del comando provinciale di Salerno. S’indaga per scongiurare altre ipotesi più gravi già allontanate dall’assenza di segni di violenza sul corpo.

Il rumeno viveva in uno stato di indigenza. Nessuno lo ha cercato, né si sono preoccupati della sua assenza. Dai riscontri fatti dai carabinieri, il rumeno non aveva parenti in zona e conduceva, pare, una vita ai margini della società. È ipotizzabile che fosse in cura in qualche struttura sanitaria, ma non si conosce ancora quale. Alla sua identificazione i carabinieri sono arrivati grazie ad un documento di identità. Un altro invisibile. Di lui sono state trovate tracce anche nell’archivio della magistratura per piccoli precedenti penali.