la polemica

Troppo tempo con Maccauro Salta l’incontro con Arzano

«Va bene così, per me non c’è nessun problema». È lapidario il commento di Guido Arzano, presidente della Camera di Commercio, quando ieri pomeriggio, a telefono, gli viene comunicato che il...

«Va bene così, per me non c’è nessun problema». È lapidario il commento di Guido Arzano, presidente della Camera di Commercio, quando ieri pomeriggio, a telefono, gli viene comunicato che il presidente della Camera Gianfranco Fini, non andrà all’ente camerale per il previsto incontro con i membri del consiglio. Sempre per telefono sembra sia arrivato un invito riparatore a Roma, ma i vertici camerali non avrebbero intenzione di partecipare a questo colloquio privato. «Una mancanza di rispetto non per le associazioni di categoria, ma per l’ente che rappresenta il sistema economico del territorio provinciale», ha commentato Sabatino Senatore, presidente cittadino di Confcommercio. «Evidentemente – ha aggiunto Giuseppe Gallo, presidente di Confartigianato e membro di giunta camerale – non conosce la differenza tra un’istituzione economica e un’associazione di categoria». Il riferimento va al fatto che Fini era arrivato puntuale all’incontro con il presidente di Confindustria, Mauro Maccauro, e gli industriali salernitani nella sede dell’associazione in via Madonna di Fatima. Il secondo incontro, prima del comizio al Grand Hotel, era in programma all'ente camerale. Ma il confronto con gli industriali è terminato pochi minuti prima dell’orario fissato per l’iniziativa politica.

Tre gli interrogativi che il presidente degli industriali salernitani ha posto a Fini: «La riforma della legge elettorale, il disegno di legge anti corruzione e l’effettiva portata della crisi economica». È su quest’ultimo argomento che si è incentrato l'intervento del presidente della Camera. «Non è possibile dire la reale portata della crisi – ha esordito – perché non l’ha intuita nessuno, per il fatto che le condizioni geopolitiche sono talmente cambiate che non consentono di avere termini di paragone. Ciò che accade alla Borsa di Tokyo si riflette sui risparmiatori salernitani». Eppure, per Fini esiste un modo per risollevare l’economia nazionale: «Accanto alla politica di contenimento della spesa, occorre aggredire nodi strutturali che non sono solo quelli che Monti sta aggredendo, ma anche altri di natura politico istituzionale. Il nostro è un tempo in cui una decisione è valida non solo per il suo contenuto, ma anche per il tempo con cui viene presa. Decidere male o troppo tardi significa la stessa cosa». Due i fronti su cui intervenire: il recupero del gap infrastrutturale che l’Italia ha nei confronti di altri Paesi, e la competitività basata «sulla qualità del prodotto, che significa investire sul capitale umano che deve essere riqualificato, su ricerca, centri eccellenza, università e creando sinergia tra università e imprese. Noi continuiamo ad importare braccia ed esportare cervelli, e questo è il vero declino».

Diletta Turco

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