«Troppo elevati i canoni degli affitti »

Come vede la crisi dei negozi tradizionali in rapporto alla diffusione delle grandi catene?Guardo sempre con ammirazione le grandi catene perché sono proiettate al futuro, anche se queste hanno fatto...

Come vede la crisi dei negozi tradizionali in rapporto alla diffusione delle grandi catene?
Guardo sempre con ammirazione le grandi catene perché sono proiettate al futuro, anche se queste hanno fatto un po’ morire il commercio di una volta. Il problema di Salerno è la scomparsa di grandi negozi storici, con conseguenti proposte sempre più al ribasso. Chi ha un negozio come il mio, improntato alla ricerca e all’innovazione, può scontrarsi con una realtà molto distratta.
Quali sono i maggiori problemi dei commercianti salernitani?
In generale, credo che si debba porre l’attenzione sui costi di gestione troppo alti per mantenersi in regola. Guardando alla nostra realtà, bisognerebbe combattere i prezzi elevatissimi degli affitti rispetto a cosa offre la città e per quello che è il potere d’acquisto. Ci sono locali chiusi da anni perché alcuni proprietari aspettano di percepire cifre fuori mercato. Le serrande abbassate di certo non decorano la città.
Come mai le persone sono state attratte dalle proposte al ribasso?
Le grandi catene hanno preso il sopravvento e i negozi di griffe rischiano di collocarsi sempre più nelle traverse. Devo però evidenziare anche un ritorno alla voglia di qualità. La gente da qualche tempo si è stancata di comprare capi tutti uguali e di pessima qualità.
La sua attività contempla quattro negozi. Qual è la difficoltà più sentita?
Il problema più sentito per me è il parcheggio. L’impossibilità di parcheggiare crea intralcio allo shopping.
L’apertura del centro commerciale Le Cotoniere ha inciso sulle presenze nel centro città?
Nei giorni in cui hanno aperto Le Cotoniere abbiamo registrato una contrazione delle presenze. A fine gennaio però già tutto è ritornato alla normalità. Questi centri commerciali portano a delocalizzare le presenze ma alla fine conta anche l’attrattività del prodotto che si propone.
Cosa pensa delle promozioni che vanno avanti tutto l’anno?
Le vendite promozionali perenni potrebbero addirittura decretare la morte del commercio. Già abbiamo un grande competitor che è internet. Offrire sempre sconti è deleterio e rischia di sortire un effetto paralizzante. Il saldo deve esserci ma sensato e funzionale. Per questo servirebbe un’adeguata disciplina e un rigoroso controllo.
Secondo lei sulla crisi ha inciso anche l’incapacità di qualche commerciante di adeguarsi ai tempi?
Il mio lavoro può sembrare facile ma non lo è. Serve essere al passo con i tempi, formare il personale e non ci si può adagiare. Il momento per me non è negativo, ma sicuramente per non soffrire bisogna rinnovarsi. Salerno è una città abbastanza conservatrice ma alla lunga risponde all’ampliamento di vedute. Ho aperto nel 1993 e allora un evento sushi era impensabile. Oggi facciamo questo e tantissime altro.
La città di Salerno è a misura di turista?
Sentire parlare inglese e spagnolo fino a qualche anno fa era una rarità. Oggi siamo migliorati ma ritengo che le nostre bellezze non vengano sfruttate per attirare un turismo più elevato. Non è soltanto la quantità di persone che bisogna portare in città, serve alzare la qualità dei turisti creando anche strutture ricettive adeguate a questo target. Forse è una città che non riesce a decollare definitivamente. Servono più crocieristi, lavoriamo sulla capacità di accoglierli e soddisfarli. (r.f.)
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