Troppi stipendi arretrati E minacciano il suicidio 

Gruppo di operai della centrale di sollevamento sale sul tetto della struttura Dopo ore di trattative i lavoratori hanno ottenuto l’impegno al pagamento

Protesta ieri mattina a Foce alla centrale di sollevamento idrico dell’acquedotto: gli operai, senza stipendio da mesi, sono saliti sul tetto della struttura minacciando il suicidio. Solo dopo un paio d’ore di tensioni, grazie a un accordo che ha garantito la devoluzione degli stipendi non percepiti, i lavoratori si sono convinti a scendere e a mettere fine alla manifestazione.
L’allarme è scattato poco prima delle 10 nella struttura di Foce che ospita l’acquedotto di competenza della Regione: alcuni operai sono saliti sul tetto dell’edificio per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi negli ultimi mesi. Sul posto sono subito arrivati gli uomini della Polizia di Stato, due ambulanze del 118 ed alcuni sindacalisti. I lavoratori minacciavano infatti di lanciarsi nel vuoto e la situazione si è andata facendo via via sempre più tesa. Solo dopo ore di trattative, i lavoratori sono stati convinti a scendere grazie ad un accordo che ha garantito la devoluzione degli stipendi non percepiti.
La notizia della protesta in località Foce ha fatto rapidamente il giro della città, suscitando apprensione tra la gente e naturalmente anche negli ambienti politici. Il diffondersi delle voci ha prodotto così l’intervento del vicesindaco Gaetano Ferrentino: «Protagonisti della protesta sono stati alcuni dipendenti di una ditta privata che lavora in appalto per la Regione - ha spiegato - purtroppo sono senza stipendio da mesi come già lo erano stati quelli di via San Giovanni. Ed adesso sono disperati. Hanno tutta la nostra solidarietà».
Tra l’altro proprio ieri mattina si è tenuta un’assemblea permanente dei lavoratori delle centrali di sollevamento dell’acqua gestite dalla Soteco spa per conto della Regione Campania. Nello specifico, la ditta avrebbe fatto sapere che non vuole più pagare gli stipendi ai lavoratori dal mese di ottobre, poiché la Regione da oltre un anno non riconosce alla stessa società le spettanze dovute per la gestione degli impianti a Foce e Lavorate di Sarno e quelli nei comuni di Gragnano, Sant’Antonio Abate e Lettere.
Proteste simili dei lavoratori addetti agli impianti idrici non sono nuove in città. Nel 2016, infatti, alcuni operai della centrale di sollevamento delle acque di Mercato Palazzo, minacciarono di cospargersi di acido se non avessero avuto risposte sui venti mesi di stipendi arretrati.
Danilo Ruggiero
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