Troppi problemi per la sicurezza degli edifici

Continua lo stato di agitazione dei dirigenti scolastici. Pochi di numero, con stipendi tagliati e un carico di lavoro spesso insostenibile. Uniti in ogni modo possibile, anche i dirigenti...

Continua lo stato di agitazione dei dirigenti scolastici. Pochi di numero, con stipendi tagliati e un carico di lavoro spesso insostenibile. Uniti in ogni modo possibile, anche i dirigenti salernitani sono decisi a dare battaglia per vedere riconosciuti i propri diritti e denunciare ciò che rischia di mettere in seria difficoltà un’intera categoria al servizio della formazione delle comunità. «Leggi spesso contraddittorie, schizofreniche, non in linea con la figura del dirigente di Stato e che non tutelano la dignità del ruolo», così alcuni hanno sintetizzato il loro sdegno e quello di un comparto in crisi che chiede di essere ascoltato. Innanzitutto, esiste un problema in relazione alle responsabilità sulla sicurezza. In provincia, gli animi si sono scaldati ulteriormente in seguito alla condanna in primo grado ad un mese di reclusione, con pena sospesa, della dirigente Franca Principe, per l’episodio del 2011 quando uno studente cadde nel vuoto a causa del cedimento di un solaio nel liceo “Pisacane” di Sapri. I capi di istituto, in quanto datori di lavoro, sono garanti della salute e della sicurezza degli studenti e di chi è in servizio nella scuola. Rispondono penalmente anche degli obblighi relativi a interventi strutturali e di manutenzione necessari per la sicurezza, pur non potendo muovere materialmente soldi e dipendendo, di fatto, dal Comune o dalla Provincia, in base alla proprietà dei locali. Altro problema riguarda gli adempimenti burocratici che fanno lievitare esponenzialmente il carico di lavoro. Tra gestione del personale, pensionamenti, ricostruzioni carriere, graduatorie interne, formazione classi, contabilità, gestione ferie, malattie e tanto altro ancora, ci si ritrova schiacciati da una mole di lavoro ripetitiva e macchinosa che rischia di sottrarre energie alle necessarie, se non prioritarie, attività di didattica e formazione.
Sul problema della valutazione dei dirigenti stessi, i pareri non sono sempre concordi e tirano in ballo soprattutto un discorso di dimensione retributiva. «Nessun problema a farsi valutare» dichiarano, ma tutti concordi nel chiedere, a fronte di attività sempre più numerose ed esigenti, una perequazione stipendiale agli altri dirigenti della pubblica amministrazione. A far scattare le polemiche è stato anche il decreto di riforma della Pubblica Amministrazione elaborato dal ministro Marianna Madia, che blocca le indennità da aggiungere allo stipendio base dei dirigenti scolastici. Le stanze dei dirigenti, insomma, sono diventate una caldera a rischio eruzione per più problemi che nel corso del tempo si sono sovrapposti e intersecati. Problemi e istanze a cui bisognerà prestare attenzione quanto prima, per scongiurare spaccature che inevitabilmente potrebbero ricadere sugli studenti, come sempre anello debole della catena scuola troppo vessata negli anni da interventi legislativi quasi mai lungimiranti. (ro.fu.)