Troppi morti in mare Estate da dimenticare

I consigli del dottore Dante Lo Pardo su come comportarsi quando c’è una emergenza

SALERNO. Incidenti in mare? È un’estate da dimenticare. Numeri record: il 2012 sembra essere un anno nero per la quantità di decessi avvenuti durante regolari immersioni nel mare della provincia salernitana. Dati alla mano, dallo scorso 30 giungo (giorno in cui persero la vita a Palinuro Andrea Petroni, Douglas Rizzo, Susy Cavaccini e Panaghiotis Telios), i sub ad aver pagato a caro prezzo la propria passione salgono a quota sette. Sono invece dieci gli incidenti decompressivi registrati, mentre giungono a quattro le lesioni da motoscafo, concludono le sindromi da annegamento di cui sono cinque i casi stimati fino ad oggi. «Ci aspettavamo una stagione più tranquilla rispetto a quelle precedenti – ha commentato Dante Lo Pardo, responsabile del dipartimento di terapia iperbarica e medicina subacquea dell’Azienda ospedaliera e universitaria Ruggi D’Aragona – i molteplici appuntamenti di sensibilizzazione e sicurezza lanciati alla cittadinanza ci avevano fatto ben sperare, eppure, i numeri ci dicono che la sola campagna pubblicitaria non basta».

Cosa fare, dunque, quando ci si trova in stato di emergenza e soprattutto quali pericoli rischiamo di incontrare?

«Gli animali marini possono essere fonte di piccole insidie – ha spiegato Lo Pardo – molte volte le complicazioni sono dovute ad impropri trattamenti comandati dall’ignoranza. Troppo spesso, infatti, la cattiva gestione della lesione non fa altro che peggiorare il danno iniziale».

Quali sono gli errori più comuni nel caso di contatto con esemplari come la medusa o la tracina?

«In primis quello di sottovalutare la ferita – ha continuato – da evitare sicuramente grattarsi la parte dolente con la sabbia calda, lavarsi con l’urina o con l’olio, applicare ammoniaca o limone».

E se, invece, accidentalmente un amo ci si impiglia nella pelle?

«L’ideale sarebbe rivolgersi al medico curante e ricordare che l’uncino non va mai strappato perché provocherebbe una ferita ben più dannosa».

E per le immersioni?

«La principale regola è di non avventurarsi mai da soli.Poi è fondamentale effettuare periodici controlli medici per verificare lo stato di salute. E' importante programmare l’immersione. Essenziale è anche adottare le tecniche di respirazione adatte, senza mai dimenticarsi di compiere una corretta decompressione. Indossare sempre il giubbotto idrostatico, il profondimetro, l’orologio e il decompressimetro. E in caso di incidente bisogna ben conoscere il centro iperbarico più vicino, organizzando un idoneo trasporto».

Insomma il motto resta uno: “la prudenza non è mai troppa” e in caso di bisogno non ricorrere a metodi fai da te.

Rita Esposito

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