«Troppe serre consumano il territorio» 

Il medico Fornataro: rischio idrogeologico altissimo, i canali consortili non riescono a contenere l’acqua

Salute e ambiente non sono temi legati solo alla questione dei rifiuti e del loro smaltimento. È quanto sottolinea Vincenzo Fornataro, medico e coordinatore di “Noi tutti liberi e partecipi”, che mette l’accento su un altro aspetto del problema, quello della diffusione sul territorio degli impianti serricoli.
«Esistono altre emergenze ambientali - spiega Fornataro - che vengono ignorate, non sappiamo se volontariamente, dalle istituzioni pubbliche. La Piana del Sele è quasi del tutto coperta da serre, che impattano innanzitutto sul paesaggio rurale, ormai scomparso. Ed impattano sull’equilibrio idrogeologico con i continui allagamenti delle campagne».
Il Consiglio comunale già nel 2016 ha affrontato il problema e ha deciso di commissionare uno studio agronomico ed economico all’università. «Ma a distanza di due anni da quella delibera non è stato dato alcun incarico. Nel frattempo - aggiunge Fornataro - le serre proliferano e stanno eliminando quei pochi spazi di suolo ancora rimasti, a dispetto del contrasto al consumo del suolo scritto nei programmi elettorali. La copertura totale del suolo agricolo è causa di grossi inconvenienti e risponde soltanto alla logica del profitto di pochi. Il rischio idrogeologico è altissimo, i canali consortili non riescono a contenere la massa d’acqua che non è più assorbita dai terreni. Tutto questo a chi giova? Si stanno arricchendo solo pochi imprenditori che vengono da altre zone del paese e impiegano lavoratori stranieri o di altre realtà territoriali. Di questa ricchezza sul territorio non rimane nulla o quasi. Come è possibile che il nostro territorio debba subire solo i danni di questo fenomeno e nessun beneficio? Quanti cittadini ebolitani lavorano in quel settore? Come mai le istituzioni, che ne sono consapevoli, non provano neppure a regolamentare e frenare l’estensione delle serre?».
Fornataro sottolinea poi un altro aspetto: «Questi imprenditori venuti dal nord sfruttano il nostro suolo e poi le fabbriche di confezionamento del prodotto agricolo le tengono altrove. Il valore aggiunto che porta lavoro di qualità viene prodotto al nord, qui si allestiscono le serre e si sfrutta il terreno. Chiedo alle istituzioni pubbliche, alle associazioni ambientaliste e ai cittadini di prendere consapevolezza del fenomeno prima che sia troppo tardi. E all’amministrazione e al Consiglio comunale chiediamo di dare seguito alle delibere approvate».(a. e.)
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