«Troppe inteferenze Nulla come prima»

Caos alla festa del patrono, l’amarezza dell’arcivescovo a Radio Vaticana «Molto spesso il Santo viene usato per altri scopi. Offesa la sacralità»

SALERNO. «Questa esperienza amara per la città, per la Chiesa, diventerà uno spartitraffico: nulla sarà come prima». Sono queste le prime parole dell’arcivescovo Luigi Moretti che, a Radio Vaticana, ha parlato per 22 lunghi minuti, a due giorni dall’infuocata processione di San Matteo. Una celebrazione che il vescovo ha definito contraddistinta da «gesti fuori misura» e rispetto alla quale sono state evidenziate «interferenze». Una posizione, quella del presule, dura ed intransigente soprattutto rispetto alle “infiltrazioni” ma anche portatrice di un rinnovamento profondo nonostante Moretti si sia sentito - come lui stesso ha riferito - «tradito». «C’è stata una offesa alla sacralità della celebrazione - ha spiegato Moretti -. Non importa che abbiano offeso e insultato il vescovo ma quello che più dispiace è che abbiano profanato. Da un anno abbiamo cercato di far comprendere a tutti il documento della Conferenza episcopale della Campania sull’evangelizzazione della pietà popolare che stabilisce regole precise sulle processioni, eppure ci sono stati questi gesti fuori misura. Rimane l’amarezza di sentirmi tradito da quanti hanno solennemente preso degli impegni e invece si sono comportati in questo modo». La parte più dura dell’intervento ha riguardato coloro che si interessano alle processioni ma non per motivi religiosi. «Sulla pietà popolare - ha continuato Moretti - purtroppo si innestano altri interessi, molto spesso il Santo viene usato per altri scopi. Occorre arrivare sempre di più a distinguere la celebrazione religiosa dalla manifestazione popolare. Infine un pensiero ai portatori e una stoccata a chi ha interferito: «Però c’è da aggiungere anche una cosa: gli stessi portatori di stanga vivono in contesti dove ci sono pressioni e interferenze di tutti i tipi. E anche nel caso di Salerno posso dire che reali interferenze ci sono state». Anche la messa dedicata a San Pio che ieri sera ha officiato in Cattedrale, è stata contraddistinta da un passaggio iniziale sull’accaduto: il vescovo ha ringraziato «quanti si sono fatti presenti in questi giorni» chiedendo a tutti di «vivere questi momenti di turbolenza che ci sconcertano con la fede, prendendo a esempio la missione di San Pio, riconoscendoci bisognosi del perdono del Signore». Nel corso dell’omelia ha poi ribadito il proprio invito a «non usare Dio» ma a viverlo andando a messa la domenica e a confessarsi: «Non si costruisce niente - ha aggiunto - con l’odio, il rancore e la violenza. Si costruisce con l’amore, sacrificandosi per gli altri». Prima della funzione anche i gruppi di preghiera, attraverso don Giovanni Lancillotti, hanno voluto testimoniare la propria vicinanza al vescovo. In mattinata invece era stato don Biagio Napoletano, vicario generale della Diocesi, a parlare: «Se da un lato tutto ciò non può che essere condannato, dall’altro deve necessariamente essere motivo per aprirsi a una prospettiva di riconciliazione».

«Mi chiedo se con la pesantezza della vita, era proprio necessario tutto questo – ha detto invece il sindaco Vincenzo De Luca in diretta a Radio Alfa. «Noi abbiamo rispettato la decisione della Curia che ha la responsabilità della manifestazione».

Carmen Incisivo

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