LA DENUNCIA

Trombetti: «La camorra non spara più, ma fa affari»

Il comandante dei carabinieri ricorda Marco Pittoni e chiede impegno alle istituzioni: «Maggiore senso civico»

PAGANI - «Pagani è una città particolarmente complessa. Parlare di cambiamento richiede di incidere un po’ sull’identità, sulle coscienze. Se parliamo delle organizzazioni criminali devo dire che è molto presente l’organizzazione camorristica a Pagani e nel corso del tempo si è modificata, si è trasformata, ma purtroppo è ancora presente. Le nostre attività di contrasto sono giornaliere, costanti, ma l’attività di repressione è soltanto una delle parti che serve per migliorare una città e serve incidere sull’educazione, sulle coscienze, sul senso civico e sulla legalità ».

Così il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Gianluca Trombetti , è stato chiaro al termine della manifestazione commemorativa che si è svolta nella città liguorina per il 13esimo anniversario della morte del carabiniere Marco Pittoni . La camorra oggi non spara, ma resta ancora una delle piaghe più brutte che attanaglia la città di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Una comunità dove Pittoni, carabiniere di 33 anni, perse la vita nel 2008, nel tentativo di sventare una rapina nell’ufficio postale di corso Ettore Padovano.

Un evento che all’epoca scosse le coscienze, e che ogni anno viene ricordato per non dimenticare il sacrificio di quel carabiniere eroe. «Qualcosa si è fatto. Il fatto di ritrovarci tutti gli anni a ricordare il gesto di Marco è veramente una cosa molto importante - ha detto Trombetti - . C’è sempre da fare di più soprattutto se si vuole fare un grande investimento che abbia un ritorno a lungo termine. Bisogna farlo sui giovani. Parlavamo della possibilità di istituire una giornata di ricordo per Marco all’interno di tutte le scuole di Pagani in maniera tale che non sia solo una foto, il nome di Pittoni non rimanga una targa o un marmo, bensì qualcosa che effettivamente pulsa al suo interno e che ci ricorda che sacrificarsi per gli altri, non soltanto in maniera così importante, come ha fatto Marco, anche piccoli gesti servono a contribuire al miglioramento per la società - ha aggiunto Trombetti con gli occhi lucidi - . Lui è molto presente in tutti i cittadini di Pagani. Io credo che il seme della legalità l’abbia lanciato proprio Marco con il suo gesto eroico». La messa, a cui hanno preso parte anche gli attivisti del presidio “Libera” di Agropoli, intitolato proprio a Marco Pittoni, è stata celebrata da don Flaviano Calenda nella chiesa “Corpo di Cristo”. Durante l’omelia, il sacerdote ha portato alla comunità i saluti della madre di Marco. Toccante anche il ricordo del sindaco Lello De Prisco .

«Siamo degni del sacrificio che ha fatto per noi? Lo siamo ancora? Tutti conosciamo Marco Pittoni. In tutte le case c'è il suo ricordo - ha affermato il primo cittadino - . L’Arma non è mai ringraziata abbastanza per quello che fa e la dimostrazione è nei fatti di ogni giorno. Se veramente la città avesse capito il sacrificio di Marco Pittoni non saremo al punto di dover chiamare i carabinieri per ogni semplice cosa ». Dopo la messa, due militari in uniforme hanno deposto una corona di alloro davanti alla posta dove Pittoni perse la vita e il tenente Simone Cannatelli , comandante della tenenza di Pagani, 33enne come il militare di Sondrio, ha letto la lettera con la motivazione al conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare “alla memoria”.

Rosanna Mazzuolo