LA VERTENZA

Treofan Battipaglia chiusa, i sindacati: «Schiaffo all’Italia»

Il primo cittadino Francese chiama Landini

BATTIPAGLIA - «Ci aspettiamo un vigoroso intervento del governo nei confronti dell’India, per il grave strappo di relazioni istituzionali prodotto dalle azioni del gruppo Jindal, che vergognosamente rifila uno schiaffo all’Italia»: è la nota di condanna dei rappresentanti dei lavoratori, Padula e Glielmi , e dei segretari sindacali provinciali di comparto Apadula (Filctem Cgil), Giliberti (Femca Cisl) e Antoniello (Uiltec), che assicurano «altre iniziative a sostegno della vertenza». Da Roma la voce del Dicastero: «Avviare la procedura di licenziamento collettivo sovrasta le più basilari regole di confronto sindacale», fa sapere il Mise, che, in una nota stampa, parla di «profili di responsabilità nell’alterazione del mercato e delle regole di concorrenza », assicura che «il Ministero andrà a fondo con severità, interpellando gli organi preposti al controllo delle operazioni» e offre ai lavoratori «la vicinanza del ministro Di Maio». Un mese fa, in fabbrica, aveva promesso ai lavoratori che non sarebbe finita così: 30 giorni dopo è finita così. «Lunedì alle 14 mi scontrerò con l’ambasciatrice indiana», aveva detto a La7 il vicecapo del gabinetto di Di Maio, Sorial , lanciando un appello agli industriali italiani, «affinché facciano di più», e chiedendo a Emiliano, governatore della Puglia, che ha sottoscritto un accordo di programma da 12 milioni con Jindal per il rilancio dello stabilimento di Brindisi, «di fare squadra dicendo a quest’imprenditore che se pensa di rimanere in Italia, a Brindisi, chiudendo Battipaglia e Terni, non avrà modo di fare più nulla in Italia». Pure la Francese chiede un gesto forte a chi eroga soldi pubblici ai colossi: «Dobbiamo smettere di finanziare chi viene da fuori», dice la sindaca, dopo aver preso parte all’assemblea. «Se permettiamo una manovra di questo tipo ce ne dobbiamo andare dall’Italia ». Parla di «scarsa fermezza» dal Governo, «molto più rigido sui migranti ma fermo su queste cose», esorta l’esecutivo a «cambiare tiro» e chiama il neosegretario Cgil, Landini , affinché «parta da Battipaglia».