Trasporti

Trenitalia, nuova stangata sui pendolari

Aumentano del 35% gli abbonamenti settimanali per i “Frecciarossa”. Rivolta bipartisan e appello di De Luca alla società

SALERNO. Da febbraio sulla Roma-Napoli si passa da 356 a 481 euro fino alla domenica, 427 euro fino al venerdì; E così anche sulla Napoli-Salerno si passa da 170 euro a 230 dal lunedì alla domenica e 204 euro dal lunendì al venerdì; mentre la Roma-Salerno costerà ora 521 euro a settimana e 463 euro dal lunedì al venerdì. Sono queste le nuove, contestate tariffe settimanali per i treni Frecciarossa decise da Trenitalia. Contestate perché incidono pesantemente sulle tasche dei lavoratori pendolari che quotidianamente devono raggiungere la capitale per lavoro. Una stangata vera e propria, se si considerano che gli aumenti varianto in percentuale da un minimo di 19 ad un massimo del 35%. E mentre il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, scriveva ieri sera su Facebook si aver già incontrato l’Amministratore delegato di #Trenitalia (Barbara Morgante, ndr) «per sollecitare un intervento che tenga conto delle giuste istanze dei pendolari campani», tutt’intorno, fin dal mattino era già un fuoco di fila nei confronti della società di traporto su ferro. Perché l’aumento deciso da Trenitalia ha praticamente toccato tutti i “Frecciarossa” e in tutte le regioni d’Italia, provocando una ribellione generale e bipartisan.

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha già chiesto a Trenitalia, Regione e Governo di bloccare gli aumenti degli abbonamenti pendolari che provocherebbero gravi conseguenze anche per l’economia del territorio. «Questo aumento spropositato degli abbonamenti costringerà migliaia di lavoratori che risiedono a Napoli e nei Comuni dell’area metropolitana e che lavorano a Roma ad abbandonare i loro comuni per risiedere definitivamente nella Capitale con conseguenze pesanti per l’economia della nostra area metropolitana». A lamentarsi anche il sindaco di Baronissi, Gianfranco Valiante, per il quale i rincari degli abbonamenti Trenitalia per l’alta velocità del 35% sono «spropositati e non comprensibili. Chiediamo alla Regione e al presidente della Commissione trasporti, Luca Cascone, di convocare un tavolo con Trenitalia, sindacati e pendolari per avviare la discussione su un piano tariffario equilibrato che aiuti i pendolari, incentivi l’intermodalità e vada incontro alle famiglie».

Insomma, non piace a nessuno la nuova griglia degli abbonamenti proposti da Trenitalia (in vendita con decorrenza il 17 febbraio prossimo, con 4 tipi diversi di tagliandi che si differenziano per costo e giorni di utilizzo) che, accusa Federconsumatori, comporta aumenti fino al 35%.

Un assaggio, comunque, c’era già stato nel giugno 2015 quando gli abbonamenti settimanali della Torino-Milano erano saliti da 295 a 340 euro. Adesso quello stesso abbonamento di seconda classe valido per tutti i giorni sale ancora fino a quota 459 euro: 119 euro in più.

La raffica di incrementi non risparmia alcuna tratta: sulla Bologna-Firenze, per esempio, si passa dai 224 euro del mese scorso ai 302 per l’orario completo per 7 giorni ai 269 dal lunedì al venerdì; sulla Milano-Bologna dai 417 euro del mese scorso ai 563 per l’orario completo per 7 giorni ai 500 dal lunedì al venerdì e sulla Firenze-Roma dai 386 euro del mese scorso ai 521 per l’orario completo per 7 giorni ai 463 dal lunedì al venerdì. La simulazioni di Federconsumatori mostrano altri casi significativi: sulla Roma-Caserta, per esempio, si passa dai 275 euro del mese scorso ai 371 per l’orario completo per 7 giorni ai 330 dal lunedì al venerdì.

«Siamo veramente un Paese anomalo – la critica dell’associazione – Da una parte la politica non riesce ad incrementare i livelli occupazionali, dall’altra parte una azienda dove azionista è lo Stato aumenta in maniera spropositata i biglietti in abbonamento colpendo soprattutto quel mondo, in maggioranza di giovani, che utilizza l’alta velocità per lavoro».(re.sa.)

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