Tre anni al figlio del boss Pignataro

Insieme con il cugino Di Cicco e a Gennaro Giordano è stato condannato per due colpi in un bar e in un centro scommesse

Due rapine in due giorni: incassano 11 anni di reclusione il figlio del boss Pignataro, il cugino e il complice. Mano pesante del giudice per le udienze preliminari, Giovanna Pacifico, nei confronti di Alessandro Pignataro, Adriano Di Cicco e Gennaro Giordano, condannati con rito abbreviato, rispettivamente a tre anni il primo e a quattro anni di reclusione gli altri due. I tre, difesi dall’avvocato Gregorio Sorrento, hanno scelto la formula dello sconto di pena dopo la richiesta di giudizio immediato. La difesa ha chiesto la modifica della misura cautelare per Alessandro Pignataro e Adriano De Cicco, detenuti ai domiciliari, e per Gennaro Giordano, detenuto in carcere, su questa richiesta il giudice scioglierà la riserva la prossima settimana.

Pignataro e i suoi complici sono stati condannati per due rapine messe a segno a novembre dello scorso anno. Il 14 entrarono armati nel Cioffi Caffè di Nocera Superiore, portando via circa mille euro e il giorno dopo svaligiarono il centro scommesse Agrobet, sempre nello stesso paese, portando via circa 2500 euro. A incastrarli sono stati i carabinieri della sezione investigativa del reparto territoriale di Nocera Inferiore, attraverso l’analisi dei filmati di videosorveglianza e il sequestro di alcuni indumenti indossati dai rapinatori e ritrovati presso le abitazioni degli indagati. Il giorno successivo all'ultima rapina, infatti, i tre furono individuati lungo via Nazionale tra Cava de’ Tirreni e Nocera Superiore. Erano a bordo di una Renault New Twingo nera con le targhe contraffatte con il nastro isolante. Furono fermati e nell’auto i carabinieri trovarono tre pistole clandestine con il colpo in canna, passamontagna e guanti di lattice. L’analisi dei filmati di videosorveglianza e gli elementi che furono acquisiti nel corso delle indagini spinsero il pubblico ministero Elena Cioncada a chiedere e a ottenere una misura cautelare in carcere per i tre rapinatori, tutti provenienti dal quartiere Piedimonte di Nocera Inferiore.

Alessandro Pignataro, figlio del boss Antonio, condannato a 24 anni di reclusione per l’omicidio di Simonetta Lamberti, insieme al cugino Di Cicco prima dell’arresto per le rapine era finito in manette per furti di pneumatici a Battipaglia, insieme a un altro complice. Ad arrestarli erano stati i carabinieri della compagnia di Battipaglia, coordinati dal capitano Erich Fasolino. Nel giro di pochi mesi, Pignataro e i suoi complici avevano fatto una escalation criminale di tutto rispetto. Ma sono stati incastrati da una serie di elementi che prima hanno spinto il gip ad accogliere la richiesta di misura cautelare in carcere e nei giorni scorsi hanno fatto sì che i tre venissero condannati a undici anni complessivi di carcere con rito abbreviato.

Per effetto di questa condanna di primo grado, Alessandro Pignataro dovrebbe scontare tre anni di reclusione, mentre quattro anni a testa sono stati inflitti ad Adriano Di Cicco, al cugino e a Gennaro Giordano. Nei prossimi giorni il giudice scioglierà la riserva sulla richiesta di attenuazione della misura, e cioè obblighi per Pignataro e Di Cicco e arresti domiciliari per Giordano ancora detenuto in carcere.

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