La storia

Travolto da un pirata. Da otto anni aspetta di essere risarcito 

Vincenzo di Fabio è semi invalido e cura un figlio disabile. L’istruttoria è conclusa, ma la sentenza non è stata emessa

SALERNO. Era un pomeriggio del primo agosto di 8 anni fa. Il signor Vincenzo di Fabio, da 20 anni proprietario di una bancarella di libri in via Dalmazia, stava aspettando un amico su una delle tante stradine di campagna nella zona di Cappelle per far fare una passeggiata ai rispettivi cani. Improvvisamente, una Mini minor grigia è spuntata a tutta velocità dall’ingresso del sentiero travolgendo il signor Vincenzo che è stato catapultato nel dirupo sottostante. L’autista dell’auto è fuggito e di Fabio sarebbe morto affogato se non fosse stato soccorso dal signor Antonio Marmo, che all’epoca abitava in una delle villette che affacciano sull’area. «Quando sono precipitato – racconta come se stesse rivivendo quei momenti – sono finito con la testa in una specie di torrente. Lui è corso e ha trascorso un’ora e mezza tenendomi la testa alta per non affogare in quella melma. Poi sono arrivati i soccorsi. Ci sono volute due ore per portarmi in ospedale». Al Ruggi d’Aragona il signor Enzo, come tutti lo chiamano, è arrivato in condizioni disperate e lì ha passato lunghi giorni in coma prima di iniziare la difficile riabilitazione. A distanza di anni, però, il suo calvario non è finito perché le complicazioni dell’incidente gli stanno creando altri gravi problemi oltre all’invalidità per il 68 per cento del corpo.
Un minimo spiraglio dopo tanto dolore, però potrebbe realizzarsi. Il signor Di Fabio, infatti, ha diritto ad avere accesso al sostegno del Fondo per le vittime della strada. Soldi che sarebbero fondamentali per potersi continuare a curare e per sostenere l’unico figlio, invalido al 100 per cento, con il quale vive dopo l’improvvisa scomparsa della moglie. Dopo anni di perizie e riscontri, a febbraio, l’istruttoria per stabilire la dinamica dell’incidente - il cui autore non ha ancora un nome – si è conclusa. Da marzo, quindi, sta aspettando che un giudice emetta la sentenza che gli dà il diritto di poter ottenere la cifra che gli spetta. «Non voglio questo denaro per andare a divertirmi – precisa ironico – ne ho bisogno per curarmi e per sostenere il mio unico figlio. Ora andiamo avanti a stento con 800 euro al mese. Non possiamo farcela». La situazione clinica del signor Enzo non è confortante e, anche se, tiene a elogiare la capacità di chi ora lo cura (il direttore Cantone, il dottore Sellari e il professor Guariglia), vorrebbe andare al Gemelli di Roma per un consulto.«Mi appello al procuratore della Repubblica, al prefetto, al sindaco e all’arcivescovo perché intervengano. E a tutti i politici che, dopo l’incidente mi hanno espresso solidarietà, all’ex onorevole Colucci, al consigliere Cammarota, all’ex presidente Cirielli, all’ex sindaco De Luca chiedo un aiuto. Sono disposto a tutto – ribadisce con la voce rotta dalla stanchezza – ma non trovo giusto essere costretto a dovermi mettere con la carrozzine davanti al Tribunale, notte e giorno». A distanza di 4 anni dall’incidente qualcuno ha capito che la strada dalla quale è precipitato il signore Di Fabio andava messa in sicurezza ed è stata fissata una rete di protezione. In questa vicenda tutto avviene con terribile ritardo.
Eleonora Tedesco
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