Travolto da un’auto, giovane grave

Immigrato di 28 anni investito all’alba a Santa Cecilia mentre si recava al lavoro in bici

Sono disperate le condizioni di un 28enne, originario del Mali, investito all’alba di ieri da un’auto a Santa Cecilia. Il giovane è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Eboli mentre il conducente dell’auto che l’ha travolto è in stato di choc.

L’ennesimo incidente di questo tipo si è verificato poco dopo le 5 nei pressi della fabbrica Apoff, lungo la strada statale 18. Stando a una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, il ventottenne era in sella alla sua bici e stava, con ogni probabilità, recandosi al lavoro nei campi. Per cause che sono in via di accertamento, è stato travolto da una macchina che transitava lungo la statale. L’automobilista, accortosi di quanto accaduto, si è fermato subito e sono stati allertati i soccorsi. Il giovane staniero, le cui condizioni sono apparse subito gravi, è stato immediatamente trasferito al Maria Santissima Addolorata di Eboli, dove è stato ricoverato in condizioni gravissime.

Sul luogo dell’incidente sono giunti anche i carabinieri della stazione di Santa Cecilia, guidata dal luogotenente Giovanni Trotta, per avviare le indagini sul drammatico incidente dirette dal comandante della Compagnia dell’Arma ebolitana Alessandro Cisternino. Da chiarire, naturalmente, la dinamica dell’incidente, verificatosi alle prime luci dell’alba quando la visibilità non è ancora delle migliori.

Purtroppo non è la prima volta che, nella zona, si verificano incidenti del genere. Olismane Watara, 21 anni, fu investito e ucciso nel mese di gennaio proprio lungo la statale 18 mentre era in bici, travolto da un’auto. Ma sono stato tanti gli investimenti di immigrati in bici, alcuni dei quali hanno lasciato segni indelebili e mutilazioni sulle vittime.

Il dramma di ieri mattina ha riportato alla luce una serie di problemi esistenti nella zona e provocato diverse reazioni. C’è chi ha chiesto l’immediato «sgombero di quel rudere pieno di spazzatura (l’ex Apoff, ndr), dove non è possibile far vivere delle persone». In ospedale, visibilmente provato anche il capogruppo del Pd, l’avvocato Antonio Conte: «Mi hanno subito informato di questo ennesimo investimento e mi sono preoccupato delle condizioni del giovane – ha detto – Occorre subito informare il prefetto di quanto accade all’ex Apoff e rendere sicura la statale 18 specie in questi giorni di vacanza».

Don Daniele Peron,parroco di San Vito al Sele a S. Cecilia, da oltre venti anni, distribuisce giubotti con catarifrangenti: «L’ultima distribuzione di migliaia di giacche agli immigrati l’abbiamo fatta con associazioni e volontari il 6 novembre scorso, ma purtroppo non le indossano – racconta affranto – Dopo che c’era stata una vittima a San Nicola Varco, mi sono impegnato in prima persona per convincerli, ma pochissimi lo fanno. Sono indispensabili perché, anche se non c’è illuminazione, con la giacca catarifrangente non passi inosservato all’automobilista». Ma c’è anche dell’altro. «I giovani del Mali non dovrebbero stare nell’ex fabbrica dell’Apoff – aggiunge don Peron – ma in strutture adeguate. Verifichiamo cosa c’è di sbagliato, chi ha le competenze intervenga e aiuti questi ragazzi».

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