FONDI & SOLIDARIETA'

Tratta delle persone, il vice ministro salernitano Cirielli all'Onu

A New York il deputato di Fdi: «Va contrastata l'immigrazione forzata»

SALERNO - Dal primo giorno del 2023 a mercoledì scorso 24 maggio, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è quasi raddoppiato il numero di migranti sbarcati in Italia: secondo i dati del Dipartimento della Pubblica sicurezza sono stati 46.656, mentre nel 2022 erano 17.972 e nel 2021 ancor meno ossia 13.765.

L’Italia ha quindi deciso di essere in prima fila nelle politiche di aiuto ai paesi del Corno d'Africa, in particolare Kenya, Etiopia e Somalia. Con vantaggi anche per Salerno e provincia che, particolarmente la Piana del Sele, sono da anni interessati da flussi migratori non facilmente tracciabili con conseguenti ricadute in alcuni casi negative sulle comunità locali. Speranze anche di una regolarizzazione all’insegna soprattutto dei diritti umani - come auspicato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il 75esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani ribadendo che “per un rinascimento europeo occorre ripartire dalla cultura che genera prossimità e vince le diffidenze e le paure” - sono giunte nelle ultime ore dalla Conferenza al Palazzo di Vetro dell'Onu dove, alla presenza del Segretario Generale, Antonio Guterres, e del Viceministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, il salernitano Edmondo Cirielli, il confronto è andato oltre le più rosee aspettative dei partecipanti. I cinquanta paesi presenti nel grande salone delle Nazioni Unite, coordinati da Italia, Qatar, Regno Unito e Stati Uniti d'America, hanno stanziato oltre due miliardi e mezzo di dollari per intervenire, con immediatezza, al fine di alleviare gli effetti di una crisi gravissima soprattutto sotto l’aspetto umanitario al punto di favorire flussi verso i paesi dell’Europa non sempre privi di irregolarità.

“La siccità più lunga mai registrata, sfollamenti di massa dopo anni di conflitti, prezzi alle stelle. Caos e combattimenti hanno travolto il Sudan, irradiando instabilità nella Regione. Le persone nel Corno d'Africa stanno pagando un prezzo irragionevole per una crisi climatica che non hanno causato in alcun modo”, ha sottolineato in apertura di conferenza Antonio Guterres. Gli aiuti incidono profondamente nella limitazione dei flussi migratori e le misure decise giovedì dall'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), creato nel 1991 dall'Assemblea generale dell’Onu, potrebbero effettivamente avere un effetto benefico nella limitazione degli sbarchi di migranti irregolari che arrivano, soprattutto dalla Somalia e dall'Etiopia, anche nel salernitano, in particolare nei territori a sud del capoluogo di provincia. L'Italia ha erogato oltre settanta milioni di euro per ragioni umanitarie ed è tra i principali finanziatori a livello mondiale.

Nel corso della Conferenza all’Onu l’intervento del Vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, ha fatto chiarezza sulle strategie politiche italiane a tutto campo. “Per noi, nell’area del Corno d'Africa gli elementi centrali della stabilità sono sicuramente l'Etiopia e il Kenya in quanto i leader dei due paesi sono davvero illuminati; essi sono riusciti a mettere, per la prima volta, d'accordo Eritrea e Somalia dopo decenni di conflitti anche con lo stesso Kenya e la stessa Etiopia”, ha sottolineato nel suo intervento nella sede dell’Onu a New York proprio il viceministro Cirielli. Facendo poi riferimento al Sahel - area del continente africano compresa tra il deserto del Sahara a nord, la savana sudanese a sud, l'oceano Atlantico a ovest e il Mar Rosso a est - Cirielli ha definito di importanza strategica per l’Italia gli unici due paesi della zona eletti democraticamente, la Mauritania e il Niger. Il Viceministro salernitano ha poi indicato anche la Libia e la Tunisia come “nazioni che stanno a cuore all'Italia, ma non sono nelle condizioni di aiutare: devono essere a loro volta aiutate”. Cirielli, sollecitato nel corso del punto stampa nella East Lounge del Palazzo di Vetro dell'Onu, ha rilanciato la posizione dell’Italia sui possibili interventi in merito alle migrazioni: “La strategia di aiutare questi paesi a casa loro è una retorica che non ci appartiene. Noi pensiamo che l'Africa non vada depredata delle materie prime e delle risorse umane; nessuno mette in discussione il diritto dell'uomo a migrare e l’idea di formare gli africani nel loro paese non significa che poi non possano emigrare in Italia, liberamente”. Quindi il Vice ministro italiano Edmondo Cirielli ha sottolineato come “l'idea della valorizzazione delle persone è una grande occasione per l'Africa ma anche per le aziende italiane che nei prossimi 100 anni avranno grandi opportunità di investire nel continente, se hanno persone già formate. Va contrastata l'immigrazione forzata, la tratta delle persone, non solo perché è un fatto immorale e tantissimi muoiono, ma anche perché con i proventi dell'immigrazione illegale si creano organizzazioni mafiose in Africa, tanto forti da arrivare alla capacità di destabilizzare i governi”.