IL BLITZ

Tratta degli schiavi nel Cilento, 9 misure cautelari

Smantellata un'organizzazione criminale sull'asse Italia-Moldavia

I carabinieri della Compagnia di Vallo della Lucania, in collaborazione con il Reparto rerritoriale di Aprilia e con le Compagnie di Agropoli, Castrovillari e Scalea, hanno eseguito 9 misure cautelari personali emesse dal Gip del Tribunale di Vallo della Lucania su richiesta della locale Procura. In particolare, si tratta di 2 provvedimenti di custodia cautelare in carcere, 1 di custodia cautelare domiciliare e 6 di obbligo di dimora.

Numerosi sono i reati contestati agli indagati: associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro di cittadine di nazionalità moldava e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina,estorsione, reclutamento di manodopera costituita da cittadine di nazionalità moldava allo scopo di destinarla al lavoro di badanti in condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno. 

I malviventi reclutavano manodopera in territorio moldavo al fine di avviarla al lavoro in Italia, organizzando e ponendo in essere atti diretti a procurare illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato Italiano di cittadini di nazionalità moldava. Inoltre, costringevano alcune donne a consegnare loro del denaro minacciando di abbandonarle per strada e farle arrestare.

Le indagini condotte dai militari dell'Arma sono partite territorialmente in Italia grazie all'attività coordinata dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Scip) e dall'ufficio dell'esperto per la sicurezza in Romania e Moldavia della Direzione Centrale della Polizia Criminale diretta dal prefetto Vittorio Rizzi. L'analisi e la costante condivisione delle informazioni tra le autorità italiane e quelle estere sui movimenti e attività degli indagati hanno portato ad accertare che persone in cerca di lavoro venivano reclutate in Romania e in Moldavia da un'agenzia corrente in Chisinau (Repubblica Moldava) e, una volta raggiunta l'Italia, venivano dapprima condotte nel Cilento e poi avviate allo svolgimento, in Agropoli, di lavori agricoli in condizioni disumane venendo talvolta rinchiuse all'interno di case in condizioni igienico sanitarie precarie.

Così è venuta alla luce una stabile organizzazione criminosa finalizzata alla consumazione di una serie indeterminata di reati con l'attuazione di un vero e proprio reclutamento delle vittime in Moldavia, a partire dall'organizzazione del loro arrivo nella città di Agropoli sino alla successiva messa a disposizione di un alloggio provvisorio nella frazione Schito di Pollica, allo smistamento delle lavoratrici in diverse località del Cilento, alla sostituzione immediata della singola impiegata in caso di insorgenza di problematiche lavorative, alla riscossione delle commissioni. L'associazione era strutturata con un vertice composto da quattro soggetti, rispettivamente due italiani e altri due moldavi, residenti tra Pollica e Agropoli, i quali ricoprivano il ruolo di promotori e organizzatori del sodalizio criminoso, in particolare reclutando dall'estero le vittime per poi farle giungere nel Comune di Agropoli. I restanti cinque - originari di Agropoli, Casal Velino, Laureana Cilento, Albanella, Altomonte -, ricoprivano un ruolo operativo quale quello di accompagnatori delle donne di nazionalità moldava presso l'abitazione di Pollica o quella di esattori delle commissioni versate al consesso dai datori di lavoro delle vittime o, ancora, quella di sostituzione delle lavoratrici in caso di insorgenza di problematiche.