«Trasformare l’abbandono in risorsa»

Franco Alfano: «Necessario riportare in vita l’area vasta dell’antico complesso conventuale»

«Salerno non ha il Colosseo, ma un complesso di edifici storici e antiche strade e piazze che costituiscono l’identità della città e dal quale si deve partire per il rilancio. Occorre reinvertare una zona vasta, come l’ex complesso conventuale delle vecchie carceri, dove da quarant’anni c’è il deserto e il degrado». Franco Alfano ha fatto parte del gruppo di progettazione per Porta Ovest, ha partecipato al concorso per gli Edifici mondo e ha collaborato all’intervento di restauro per Palazzo San Massimo. Oltre a conoscere il centro storico salernitano molto bene, ha anche le idee chiarissime sulla necessità di recuperare un patrimonio che potrebbe fungere da volano per lo sviluppo turistico. «Vent’anni fa, probabilmente, non c’era una coscienza collettiva rispetto a quelle che sono le nostre radici identitarie, che vanno dall’ottavo secolo fino al 1300. Tarsie murarie, colonne e capitelli di spoglio, costituiscono un patrimonio romanico medievale che andrebbe totalmente rivalutato».

Alfano non sminuisce le difficoltà legate all’accessibilità di un’area, come quella del centro storico alto, dove si passa dai 24 metri sul livello del mare di piazza Abate Conforti ai 71 di via Salvatore de Renzi, fino ai 111 di via Risorgimento, con un terreno di intervento talmente complesso da fare sì che difficilmente un privato, da solo, possa sobbarcarsi il peso di un restyling.

«L’accessibilità è un problema serio e costoso – spiega – come del resto quello dei parcheggi. Quando lavoravamo a Porta Ovest era previsto un collegamento tra l’Università e il porto, con parcheggi sotterranei sotto via Risorgimento e la metropolitana con fermate in via Ligea e agli Edifici mondo, a cui si andavano ad aggiungere vettori mobili fino al Conservatorio che rappresenta la punta estrema di quell’area». Ma con la stessa franchezza sottolinea che «il problema da cui partire è quello dell’identità della città, un valore che forse oggi, rispetto al passato, si è diffuso lentamente tra i salernitani. Dovremmo capire che abbiamo di fronte a noi, a partire dalle vecchie carceri, una grande risorsa che può diventare un obiettivo di investimento, attraverso un restauro coraggioso fatto dalla parte pubblica con la partecipazione dei privati. In quest’ottica, avere Vincenzo De Luca alla presidenza della Regione, può essere un’occasione per rivitalizzare una fetta della città dove ancora regna l’abbandono». (b.c.)

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