ospedale “Ruggi”

Trapianti di rene Il doppio in 24 mesi

A distanza di circa di due anni dal centesimo trapianto di rene eseguito dall’equipe di Paride De Rosa (nella foto l’equipe al lavoro) dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, giunge un...

A distanza di circa di due anni dal centesimo trapianto di rene eseguito dall’equipe di Paride De Rosa (nella foto l’equipe al lavoro) dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, giunge un altro record, in così poco tempo il numero dei trapianti di rene sale a duecento. Grande soddisfazione che giunge dopo un lungo excursus del gruppo che ha iniziato l’attività con il primo trapianto nel settembre 2006, un trapianto nel 2007, anno dedicato alla formazione del personale e all’acquisizione delle strutture, e poi dal 2008 è iniziata la crescita fino ad arrivare ad oggi, con numeri da record, nonostante le grandi difficoltà che il mondo dei trapianti vive conseguentemente al problema delle donazioni. «Scontiamo un sistema che non funziona e non ci supporta» ha dichiarato il primario della Chirurgia dei trapianti di rene dell’Azienda ospedaliera di Salerno.

Nonostante gli ottimi risultati testimoniati dai dati della divisione, l’opposizione alle donazioni in Campania è ancora troppo elevata e purtroppo in costante crescita. «Colpa della diffidenza nei confronti del sistema sanitario nazionale: ciò condiziona il numero dei trapianti che riusciamo ad effettuare a fronte della sempre crescente quantità di pazienti in lista di attesa. Questo produce i viaggi della speranza, che spesso gli ammalati sono costretti ad affrontare fuori regione, sobbarcandosi quindi i maggiori costi che la Regione Campania è tenuta a sostenere per ogni trasferta pre e post-trapianto - ha spiegato il medico - In effetti non si comprende perché si faccia viaggiare il paziente e non viceversa l’organo, che potrebbe invece essere trapiantato nel luogo ove risiede il paziente. Rendendo in questo modo più agevole e funzionale l'intero percorso terapeutico».

L’Italia è la terza nazione in Europa per le donazioni d’organo eppure non tutte le regioni hanno la stessa percentuale di donatori: il Nord ad esempio, ha numeri altissimi, nonostante tutto però, non si riesce a coprire il fabbisogno di organi richiesto in Italia. La donazione degli organi è un tema delicato a cui da tempo dedica il proprio impegno l’Aido, Associazione italiana donatori d’organo. Infatti con la donazione degli organi si può far rinascere o far riprendere una vita normale a persone che da anni sono in lista di attesa per una grave malattia. Uno dei tanti problemi per la mancata donazione è l’informazione che non viene fornita in particolare nelle regioni del Sud. «Un importante esperimento - ha continuato De Rosa - è stato avviato in Umbria con la richiesta della disponibilità a donare, al momento della consegna del documento d’identità. In modo da poter creare un database reale già in possesso degli uffici comunali, al fine effettivo di informare i cittadini della problematica del consenso alla donazione. Si è visto che una maggiore informazione ha avuto il risultato di aumentare la percentuale di donatori».

Serena Valeriani

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