Trapani, “regista” delle imprese inesistenti

Il paganese si avvaleva dell’assidua collaborazione di Cascone e dei coniugi angresi Zaccaria

PAGANI. Era il coordinatore delle aziende fasulle, il paganese Francesco Trapani: per gli investigatori, il “regista” delle costituzioni di “imprese” e del sistema sgominato ieri. Ad assisterlo c’era Gianfranco Cascone, indicato da magistrati e gip nocerini quale assistente nelle frodi. E con loro operava la consulente del lavoro Giuseppina Latino, già destinataria di una precedente misura cautelare, poi annullata. La donna è finita ai domiciliari insieme al marito Rosario Zaccaria, il cui nome era emerso fin dalla prima ordinanza cautelare per il ruolo di riferimento stabile ricoperto nel “giro” ma finora mai “incastrato” dalla procura. L’uomo stava sfuggendo all’arresto anche stavolta perché le dichiarazioni con chiamate in correità erano insufficienti. Il gip aveva inizialmente respinto la richiesta cautelare nei suoi confronti, ma l’ufficio del sostituto procuratore Lenza ha allegato ulteriori atti di indagine in tempi record: in particolare, le dichiarazioni di Adriano Lombardo e Domenico Del Sorbo, concordanti e valide per completare l’accusa. L’attitudine ai reati si manifestava con fitti rapporti di interdipendenza tra gli indagati. «Cascone – scrive il gip Scermino – era al corrente delle fittizie assunzioni. Una ditta di movimentazioni merci, la Service sud, che sceglieva l’ufficio del consulente quale sede operativa e legale, non poteva collocare centinaia di persone presso altra sede inesistente dall’utilità oscura». È definito «mirabolante» il numero di persone impiegate in quella sede legale, e non presso gli stabilimenti dei committenti che appaltavano i lavori. Significativo risulta il ritrovamento nello studio di Cascone dell’incarico delle assunzioni; un atto sottoscritto da Antonio Cappuccio, coindagato, col quale si affidava allo stesso Cascone l’incarico di assumere decine e decine di persone. Il documento, scrive il giudice, «rivelava come le assunzioni fossero preordinate a tavolino, con la sottoscrizione di Cappuccio a dare copertura documentale ai registi dell’impresa illecita, Trapani e Cascone». Cappuccio rilevava una società, assumeva centinaia di persone in un sol colpo formalizzandone l’impiego documentalmente. La società in questione non aveva sede legale, non un computer e neppure una segretaria.

Alfonso T. Guerritore

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