TRAGEDIA A SALERNO Donna ferita dall'ex convivente "Migliora ma resta la prognosi"

E' uscita dal coma ed è stata trasferita nella neurochirurgia del "Ruggi". Il primario: "E' stata fortunata, il cervello non è andato in sofferenza per il proiettile"

Ha trascorso una notte tranquilla G. P. la 47enne salernitana ferita alla testa da un colpo di pistola esploso dall'ex compagno Antonio Memoli, che dopo aver ferito ad una spalla anche la cognata della donna, si è tolto la vita sparandosi in bocca. La donna è ricoverata all'ospedale "Ruggi" di Salerno da lunedì sera.
 
In mattinata  è uscita dal coma ed è stata trasferita nel reparto di neurochirurgia dopo 48 ore di ricovero in rianimazione. E' stata dichiarata fuori pericolo.

«E' stata fortunata - spiega il primario del reparto di rianimazione, Romualdo Cirillo - il proiettile non è penetrato ma ha seguito una traiettoria tangente». Decisivo l’intervento chirurgico cui la donna è stata sottoposta nella notte tra lunedì e martedì per riallineare alcuni frammenti ossei e rimuovere una scheggia in metallo del proiettile. «Il cervello non è andato in sofferenza - spiega il primario - ora resterà ricoverata in neurochirurgia».

 
R. F., la cognata 54enne della P., dopo essere stata medicata dai sanitari del "Ruggi d'Aragona", è stata dimessa con una prognosi di 20 giorni. La donna è stata colpita alla spalla.
 
Con il passare delle ore emergono ulteriori particolari sulla vicenda. Antonio Memoli era andato in quell'appartamento del piano terra del civico 195 di via Palinuro con l'unico obiettivo di uccidere. Infatti, i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Salerno, diretti dal maggiore Michele de Maio, nell'abitazione del suicida hanno trovato tre lettere che la vittima aveva lasciato ai suoi tre figli: due indirizzate ai figli maschi nelle quali spiegava i motivi del gesto ed una con poche centinaia di euro destinata alla figlia femmina. Memoli non si rassegnava alla fine di un rapporto durato quattro anni e interrotto meno di un mese fa. Nell'abitazione dove ha fatto irruzione Memoli c'erano anche la figlia e i tre nipotini di R. F. che al momento della sparatoria si erano rinchiusi nel bagno.
 
Non si rassegnava, dunque, alla fine della relazione: così lunedì sera a Salerno ha ferito in modo gravissimo la donna che lo aveva lasciato, colpendo in modo lieve anche una parente di lei, e poi si è ammazzato. Antonio Memoli, 56 anni, salernitano, operatore di una associazione di volontariato del capoluogo, di mestiere panettiere, armato di una pistola semiautomatica si è recato in via Palinuro, dove la sua ex compagna, un matrimonio fallito alle spalle, era ospite della sorella del suo ex marito.
 
L'uomo ha bussato alla porta del civico 195 di Via Palinuro, nel popoloso quartiere di Mercatello, è entrato nell'abitazione ed ha fatto fuoco all'indirizzo di G., colpendola alla testa, e poi ha ferito ad una spalla l'altra donna. Infine Antonio Memoli si è chiuso in una stanza, puntandosi la pistola alla tempia, e si è ucciso. Nell'abitazione a piano terra, al momento dell'irruzione del 56enne, c'era anche la figlia di R. F., con i suoi tre bambini di 9, 5 ed un anno e mezzo che si sono rifugiati nel bagno. Le due donne ferite sono state trasferite con le ambulanze del 118 nell'ospedale Ruggi d'Aragona di Salerno.
 
Sul posto sono giunti i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Salerno. Le indagini sono coordinate dal pm Guglielmo Valente. Nel quartiere Mercatello si sono subito radunate molte persone. Anche alcuni parenti hanno raggiunto via Palinuro, dove le forze dell'ordine hanno bloccato gli accessi al luogo della sparatoria. Un fratello del 56enne, appena giunto sul posto, si è abbandonato alla disperazione. Gli inquirenti stanno ora cercando di ricostruire tutta la vicenda anche attraverso le testimonianze di conoscenti.