“Traffico” di medicinali D’Ambrosio dal giudice

Il reato ipotizzato dalla magistratura è quello di appropriazione indebita Si indaga sulle ordinazioni “anomale” di farmaci. Sospetti su alcuni infermieri

La procura ha ascoltato il direttore sanitario Maurizio D’Ambrosio contestualmente all’apertura di un’inchiesta in merito alla vicenda farmaci ospedalieri.

La procura di Nocera Inferiore ha attivato i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria con un primo accesso alla vicenda.

I militari hanno sentito i vertici ospedalieri avviando un inventario generale dei farmaci presenti, con l’obiettivo di ricostruire gli ordinativi effettuati, la giacenza e le eventuali accertate discrasie. L’ipotesi al vaglio riguarda farmaci e materiali medici ordinati e mai utilizzati, con un eccessivo volume di ordinativi di alcune tipologie farmacologiche arrivati ad allertare i responsabili della farmacia ospedaliera, col successivo passaggio di informazioni alla direzione sanitaria. Il centro dello strano andazzo riguarda il reparto dell’area emergenza-urgenza, che ha prodotto un continuum di medicamenti nonostante la presenza di un notevole stoccaggio in deposito.

Il passo successivo era stato tutto interno, con la predisposizione di una prima indagine ordinata dalla stessa Asl, tenuta segreta per la delicatezza della situazione, poi definitivamente resa pubblica col passare dei giorni.

I primi sospetti si legano al furto di alcuni farmaci oculistici, spariti dal dispensario ospedaliero e finiti in una relazione interna. In quella circostanza arrivò il primo inventario dei medicinali stoccati, che mise nero su bianco l’enorme scorta disponibile contemporanea ai grossi quantitativi di medicamenti.

Il lavoro di ricostruzione dei movimenti in entrata e uscita del materiale farmacologico trova senso nell’accresciuta attenzione alle spese effettuate, con il timore di uno scandalo imminente a colpire l’azienda del comparto Salerno 1.

La commissione interna nominata ha avviato le verifiche per capire perché siano stati effettuati ordini così ingenti in presenza di scorte notevoli, con la presenza eccessiva di materiale e il conseguente spreco.

L’intervento della procura di Nocera con i primi verbali apre un ulteriore fronte, al momento senza alcuna iscrizione formale nel registro degli indagati, con ipotesi di reato di appropriazione indebita.

Dopo D’Ambrosio gli investigatori potrebbero ascoltare altri responsabili medici ed infermieristici del reparto e gli stessi referenti della farmacia, questi ultimi intervenuti in prima battuta a sollevare il problema.

La delicata vicenda è a conoscenza del direttore generale Antonio Squillante. L’azione della procura compone un quadro inquirente ampio, ultima azione ufficiale dopo lo scandalo dell’infezione seguita all’infusione dei farmaci antitumorali, avviata alcuni mesi fa, e dopo la battaglia interna a colpi di segnalazioni nel reparto di otorinolaringoiatria.

In precedenza i quadri dirigenziali erano finiti sotto accusa con l’ex commissario straordinario Bortoletti sottoposto a due diverse indagini per peculato in concorso e abuso d’ufficio. Nella maggior parte dei casi il primo step arriva con l’indagine interna, seguita a seconda della gravità e delle responsabilità dall’azione della magistratura. La vicenda odierna, partita da una razionalizzazione delle risorse, potrebbe evidenziare responsabilità.

E anche i Nas tornano in ospedale. I carabinieri sono arrivati di nuovo a Nocera Inferiore nell’ambito dell’inchiesta sulle infezioni per le terapie antitumorali. Dopo la chiusura del laboratorio di Materdomini, il conteggio complessivo dei danni riportati dai malati (45) e gli screening di tutti i sottoposti alle cure, le indagini non si fermano. La procura di Nocera continua a lavorare dopo le acquisizioni probatorie, con l’iscrizione nel registro degli indagati, per il momento, di un infermiere per condotta colposa e una serie di sequestri atti e dei Port, i cateteri nel mirino dell’indagine.

Fino ad ora l’indagine ha individuato le responsabilità per il paramedico addetto alla pulizia e manutenzione dei cateteri venosi, ritenuti concausa e veicolo delle infezioni, adoperati dai malati di cancro nelle terapie periodiche presso il laboratorio. Proprio ai Nas toccherà l’accertamento e la verifica completa dello stato dei luoghi.

Alfonso T. Guerritore

©RIPRODUZIONE RISERVATA