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Traffico di coca, il porto di Salerno base dei Tamarisco

Un blitz della finanza ha consentito di scoprire il traffico illecito del clan di Torre Annunziava che usava lo scalo salernitano per l'arrivo della roba dall'Ecuador

SALERNO. Un traffico di cocaina destinata al boss Tamarisco e stato scoperto al porto di Salerno dopo una lunga indagine della guardia di finanza. Il blitz ha consentito di sgominare due organizzazioni di narcotrafficanti, quella appunto dei Tamarisco e una più piccola, con 4 persone coinvolte, che fa capo a Francesco Matrone, 33 anni, che insieme a un campano, un trevigiano e uno sloveno, sempre avendo Torre Annunziata come base logistica, importava dalla Spagna hashish grazie a corrieri. La cocaina, dicono le indagini delal della finanza, proveniva dall’Ecuador grazie a navi in carichi fasulli che arrivavano nel porto di Salerno, dove i Tamarisco potevano contare su appoggi tra gli addetti alla movimentazione dei container.

Droga dall'Ecuador, blitz della finanza
SALERNO. Il blitz della finanza al porto di Salerno che ha portato all'arresto del boss Invalido.


Nel corso delle indagini, sequestrati a salerno 48 chili di coca a giugno 2014 e altri 24 a dicembre dello stesso anno, mentre nel porto di Manzanillo, a Panama, la polizia locale ne ha sequestrati altri 33 chili a marzo 2015. Bernardo Tamarisco, dicono le indagini, oleva a tutti i costi riaffermare la potenza del clan e farlo anche in maniera clamorosa e sanguinaria come l’uccisione di un uomo, non identificato, con il quale era entrato in contrasto. Era stata scelta l’arma, una pistola Glock, scelto il mezzo, una moto, e il luogo dove agire. E anche i killer era pronti: «Domani deve stare nella bara. Domani si deve fare il servizio, gli "schiatto" la capa e vado via». Una intercettazione ambientale del 12 aprile scorso svela agli inquirenti che i Tamarisco erano pronti ad uccidere anche con l’aiuto dei Gionta, con i quali hanno stretto poi un’alleanza.   

Ai domiciliari, su una sedia a rotelle, ma in grado di tutelare gli interessi del clan nell’importazione di grosse partite di cocaina dall’Ecuador, da "piazzare" sul mercato della droga campano e non solo, ma soprattutto di progettare un agguato per liberarsi di un rivale. Bernardo Tamarisco, 44 anni, a capo dell’omonimo clan di Torre Annunziata con propaggini nell’agro nocerino-sarnese, negli anni ’90 nemico dei Gionta, ma da sempre leader nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, è finito in carcere come il fratello Francesco (43 anni), il capoclan arrestato nell’aprile 2014. L’uomo, con problemi agli arti inferiori per un agguato di cui è stato vittima proprio durante la "guerra" con i Gionta, è stato fino allo scorso 6 aprile in stato di detenzione a casa sua per una pena definitiva di 5 anni inflittagli da giudici di Salerno. Con lui, in carcere altre 22 persone, mentre il gip ha concesso i domiciliari a 7 indagati e emesso un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altri cinque.