Vita da spiaggia

Tradizione e risate allo Scoglio 24

Il lido di Torrione è diventato una istituzione per tutti i frequentatori della zona orientale

SALERNO. Se siete alla ricerca del relax e della tranquillità, in questa estate che ormai giunta agli sgoccioli, il lido “Scoglio 24” è quello che fa per voi. Situato a lungomare Marconi, a Torrione, lo stabilimento è una vera e propria icona storica della città di Salerno. Niente musica, niente animazione, solo amici di una vita che rincontrano ogni estate per trascorrere giornate all’insegna della tranquillità. Uno stile “slow beach” che si contrappone alla frenesia che regna sovrana nella maggior parte degli altri lidi dove ogni attimo della giornata trascorsa al mare deve essere riempito da musica, parole e giochi aperitivo. In molti, però, sembrano preferire la “politica” scelta dallo Scoglio 24 ed ecco che ogni estate tornano sulla rotonda dello stabilimento. «Posso dire che sono letteralmente nata su questa spiaggia», spiega Maria Botte, affezionata cliente del lido che aggiunge: «Mia madre veniva spesso qui quando io avevo poco meno di un anno. Ed ora sono io a portare i miei figli su questa spiaggia». La battigia è sempre affollata da bambini che si rincorrono; Francesco, 8 anni, mostra fiero la sua maschera e il suo boccaio e afferma: «Ho imparato a nuotare qui quando avevo due anni». Salvo poi sventolare, con fierezza, il proprio retino con cui cerca di pescare qualche pesciolino. Ben presto arrivano anche altri suoi amichetti: «Insieme – spiegano in coro – ci divertiamo anche a fare dei lavoretti, ad esempio abbiamo costruito con il fondo di una bottiglia di plastica uno scrigno e al suo interno custodiamo i nostri tesori». E le nuovissime generazioni, quella di cui fa parte Francesco e i suoi piccoli amici, convivono con chi quel lido l’ha vissuto intorno agli anni ’70-’80, da adolescenti. Tra i racconti che ci si scambia sotto l’ombrellone c’è anche quello di una “famosa” cabina 17, il protagonista è Paolo Trevisone che al solo sentire questa storia scoppia a ridere: «Da ragazzo era una testa gloriosa – racconta Paolo – un mix tra realtà e leggenda vuole che la cabina 17 si trasformasse in un nido d’amore, mio e dei miei amici dell’epoca, dalle 18 in poi. Eravamo ragazzi come tanti che amavano divertirsi», racconta con lo sguardo perso nei ricordi. «Tra un bacio rubato e un gavettone – continua Paolo – il pallone la faceva da padrone e a furia di calciare abbiamo anche abbattuto il cartello che vietava di giocare a riva». E camminando lungo la battigia incontriamo Antonio Iuliano che riemerge dalle acque con il suo pescato del giorno, quello che riesce a prendere grazie all’aiuto del suo retino come lui stesso ci spiega. «Sono venticinque anni che vengo in questo lido – racconta – e non ho mai sentito il bisogno di cambiare». Girovagando tra i lettini e le sdraio si percepisce che lo stabilimento è pieno di tradizioni come quella che ci racconta la signora Anna: «Ad agosto per noi è diventato un rito mangiare il panettone sotto l’ombrellone. Assaggiamo in anteprima le bontà di un noto rivenditore salernitano. Ci definiamo i suoi “assaggiatori ufficiali di panettone”».

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