Tra vicoli e portali nella perla set di “Benvenuti al Sud”

Castellabate è inserita nell’elenco dei borghi più belli di tutta l’Italia Un museo di arte sacra e il dedalo di stradine accarezzate dalla pietra antica

L'exploit turistico è avvenuto dopo l’uscita nelle sale della pellicola di Luca Miniero “Benvenuti al Sud”, ma Castellabate, la perla del Cilento, inserita a pieno titolo nell’elenco dei borghi più belli d’Italia è da sempre stata il buen ritiro di quanti alle spiagge affollate preferiscono perdersi tra i vicoli impreziositi dalla pietra ruvida, che conquistarono anche Gioacchino Murat ed Alexandre Dumas padre. Le tracce della storia sono presenti in modo preponderante, a partire dallo stemma araldico comunale, uno scudo che raffigura l’abate Costabile Gentilcore, patrono e fondatore del paese, alle cui spalle svetta il Castello dell’Abate, progettato per difendere il paese. La sua costruzione iniziò il 10 ottobre del 1123 e fu proseguita, alla morte di Gentilcore, dal suo successore, il Beato Simone Abate V di Cava. La fortezza, caratterizzata da quattro torri angolari di pianta rotonda, custodisce al suo interno abitazioni, forni, cisterne e magazzini per le provviste. I sotterranei - che secondo la leggenda davano accesso al mare per consentire la fuga in caso di pericolo - conservano intatto il sapore del mistero, anche se l’itinerario più suggestivo è quello tra le stradine intrecciate, costellate da palazzi gentilizi del Settecento. A palazzo Perotti c’è la stanza dove soggiorno Gioacchino Murat, palazzo Materazzo vanta due portali aragonesi e lo stemma di famiglia dipinto su una volta, palazzo Comenale è la sede della biblioteca e dell’archivio comunale, a cui si aggiungono palazzo Jaquinto (con lo stemma di marmo sul portone di ingresso), palazzo Forziati, palazzo Meriglia, palazzo Verrone e palazzo Gammarano.

Splendida la piazza, con vista panoramica sulla valle dell’Annunziata, meta obbligata per chi vuole trascorrere una serata suggestiva, degustando le prelibatezze offerte dalla cucina tipica cilentana: pesce freschissimo con in testa le alici, la classica ciambotta, fichi e dolci a base di crema. Gli appassionati di arte sacra potranno ammirare la basilica romanica di Santa Maria Assunta che risale alla prima metà del XII secolo: adiacente alla basilica c’è la cappella di Santa Maria del Rosario, costruita nel Cinquecento ed originariamente dedicata a San Bernardino. Un piccolo gioiello è il museo di arte sacra, sito in via Guglielmo I. Aperto nel 2005, vanta un patrimonio artistico ricchissimo che racconta ai visitatori la religiosità popolare ed una fede che affonda le proprie radici sia nel monachesimo italo-greco che in quello benedettino. Tele, statue, arredi e paramenti sacri, argenti, abbracciano un arco temporale che va dal XVI al XX secolo, attraverso testi liturgici del XVIII secolo editi a Napoli, nello Stato Pontificio e a Venezia, con una incisione della famosissima suor Isabella Piccini. Da vedere anche una pergamena pertinente ad un contratto pre matrimoniale del 1631. Su prenotazione, il museo organizza visite guidate nel centro storico e la Caccia alla storia, iniziativa dedicata ai bambini dai sei ai dodici anni (per informazioni e prenotazioni 0974-967005). Scendendo da Castellabate, una sosta di charme è a Santa Maria, che con il suo porto Travierso, detto anche porto delle Gatte, è la location ideale per un aperitivo nelle serate estive. L’approdo comprendente una costruzione ad archi voluta dall’abate Simeone e risalente al XII secolo, ospitava magazzini adibiti alla conservazione di cereali, olio e vino che venivano scambiati con Cava e Napoli. Oggi accoglie bar e ristoranti con affaccio su un piccolo specchio d’acqua. Passeggiando per le strade che nel periodo estivo sono accarezzate dalla sabbia, si incontra Villa Matarazzo, l’ottocentesca tenuta estiva del conte emigrato in Brasile Francesco Matarazzo: all’interno dei saloni vi è un mezzobusto che raffigura il figlio Costabile e nei mesi estivi si trasforma in un salotto culturale che ospita mostre e convegni, così come accade anche per la fortezza di Castellabate. Da vedere anche la torre normanno-aragonese della Pagliarola, costituita da una pianta circolare, che resta una delle fortezze meglio conservate. Di interesse anche palazzo Granito, un casino di caccia costruito nella prima metà del Settecento da Parise Garnito che si affaccia sul porticciolo di punta Licosa: vi soggiornava re Carlo di Borbone per le sue battute di caccia e pesca.(b.c.)

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