Tra fortini, torri e rupi a picco su Capo Palinuro

PALINURO. Se cercate un sentiero a picco sul mare, per rilassarvi, cavalcare, fare trekking, o semplicemente per stare un po’ con voi stessi lontano dalla folla e dalla confusione dovete recarvi a...

PALINURO. Se cercate un sentiero a picco sul mare, per rilassarvi, cavalcare, fare trekking, o semplicemente per stare un po’ con voi stessi lontano dalla folla e dalla confusione dovete recarvi a Palinuro. Dal porticciolo della piccola località costiera del Cilento è possibile incamminarsi nel leggendario sentiero dei “Fortini e delle Torri”; un percorso conosciuto dai trekker di mezzo mondo, da fare almeno una volta nella vita. Rupi scoscese, archi naturali, torri saracene e antichi fortini usurati dal tempo. Un itinerario tra mito e storia dove, come narra Virgilio nell’Eneide, morì Palinuro, il nocchiero di Enea, caduto in mare di notte, tradito dal dio Sonno. Un posto incantevole che evoca approdi mitici tra aria salmastra e profumi di mirto e lentisco che si mescolano con i colori di un territorio incontaminato.

«Due chilometri circa, da percorrere solo e rigorosamente a piedi» spiega il sindaco Carmelo Stanziola che due anni fa ha ufficialmente riaperto il sentiero grazie ad un progetto finanziato dalla Comunità europea. Due ore e mezza di cammino, quindi, in uno degli angoli più intatti e selvaggi del mare nostrum. La difficoltà del sentiero è media-bassa, con un dislivello di duecento metri circa. «Scarpe comode, borraccia di acqua e cappello sono d’obbligo», raccomanda Stanziola. La porta di accesso al sentiero è il porto di Palinuro. Il percorso segue un’antica mulattiera in un’altalena di terrazze verdi e suggestive pareti a strapiombo sul mare; si apre improvviso su Punta del Fortino da dove è possibile ammirare, seduti sui resti dell’antica torre, la meravigliosa grotta Azzurra. Il sentiero prosegue costeggiando baie ed anfratti silenziosi fin alla torre della Quaglia. Poi la risalita verso il faro, sulle ripide falesie carbonatiche orientate a nord, dove vive la Primula di Palinuro, un endemismo unico: una pianta arrivata dal Nord in questa zona due milioni di anni fa e che si è adattata a vivere sopravvivendo alle mutazioni climatiche e ambientali senza mai mutare.

La parte alta del promontorio è il luogo perfetto per dedicarsi all’osservazione della natura, ad esempio per vedere il sole infiammare l’orizzonte alle spalle del faro. Uno spettacolo che «vale il viaggio». Il sentiero, immerso nella macchia mediterranea, continua verso il fortino di Monte d’Oro, una struttura realizzata nel periodo napoleonico, utilizzata come nascondiglio durante i moti cilentani ed oggi meta preferita dai turisti per una foto ricordo. A pochi passi, la torre di Calafetente che offre un panorama mozzafiato: da qui è possibile ammirare l’architiello e l’intero tratto di litorale che va dall’Arco naturale a Marina di Camerota. Qui non c’è il vociare di turisti e vacanzieri, ma arrivarci a piedi non è da tutti.

«Palinuro è per chi apprezza il mare e le coste selvatiche – chiosa il primo cittadino del comune cilentano – il luogo perfetto per stare con gli amici e la famiglia».

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