Torrenti inquinati dai depuratori Doppio sequestro e 15 indagati

Scattano i “sigilli” dei finanzieri agli impianti comunali di Castiglione del Genovesi e Ottati I reflui non opportunamente trattati finivano nei corsi d’acqua con gravi danni all’ambiente

CASTIGLIONE DEL GENOVESI. Il depuratore di Castiglione del Genovesi funziona male e scatta il sequestro preventivo. La scoperta è stata fatta dai finanzieri di Salerno e Napoli, impegnati in un servizio di controllo del territorio a rischio inquinamento. I reflui, non ben depurati, finivano nel torrente Reillo, compromettendo lo stato dei luoghi e la fauna. Per i finanzieri, che hanno ottenuto il sequestro preventivo dell’impianto, si profilano quattro ipotesi di reato: inquinamento delle acque, deturpamento ambientale, omissione in atti d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture. L’impianto finito nel mirino dei controlli della sezione operativa navale di Salerno e del reparto operativo di Napoli è affidato dal Comune in totale gestione ad una società esterna a partecipazione pubblica. L’amministrazione del piccolo centro collinare, inserito nel perimetro del parco regionale dei Monti Picentini, ha dato in gestione il servizio di distribuzione dell’acqua potabile, delle fognature e della depurazione. Ciò non esime il Comune, in particolare gli uffici preposti, dai controlli per assicurarsi il perfetto funzionamento.
Stessa operazione è stata eseguita dai finanzieri nel Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Sotto esame è finito l’impianto di depurazione di Ottati, centro collinare di mille anime. Anche in questo caso, eseguiti i controlli sulle acquee reflue, si è scoperto che la depurazione non era perfetta e non rientrava nei parametri stabiliti dalla legge in materia. In altri termini, l’acqua scaricata nel torrente Laura, dopo il ciclo di depurazione, inquinava e metteva rischio l’ecosistema del corso d’acqua. Anche ad Ottati i finanzieri hanno posto i sigilli all’impianto. Sia il depuratore di Castiglione sia quello di Ottati non sono stati chiusi, ma sottoposti a controllo da parte della magistratura. I responsabili dei due impianti dovranno predisporre tutti gli accorgimenti tecnici necessari a far rientrare la depurazione nei parametri prestabiliti. Ciò non dispensa chi aveva responsabilità da conseguenze penali. Tra Castiglione ed Ottati, la procura di Salerno ha iscritto nel registro degli indagati ben quindici persone, tra amministratori locali, responsabili tecnici comunali e funzionari delle società di gestione affidatarie dei servizi di depurazione.
Quello dei controlli sistematici ai cicli di depurazione nel Salernitano, è un’attività investigativa avviata già due anni fa dalla procura salernitana, guidata da Corrado Lembo. Gli investigatori impiegano strumentazioni di rilevamento di ultima generazione. Anche con rilievi dall’alto. Tali attività si inquadrano in piano più ampio di contrasto a condotte illecite che mettono a rischio l’incolumità e la salute pubblica.
Massimiliano Lanzotto
©RIPRODUZIONE RISERVATA