programmazione negoziata

Torquato tenta di salvare Patto e Piano di zona

Sia l’Agro a prendere le decisioni che lo riguardano. Partendo da un’analisi di quello che resta della stagione d’oro della concertazione e di quelle realtà che l’hanno incarnata e veicolata. Si è...

Sia l’Agro a prendere le decisioni che lo riguardano. Partendo da un’analisi di quello che resta della stagione d’oro della concertazione e di quelle realtà che l’hanno incarnata e veicolata. Si è fatto promotore di un tavolo di verifica della possibilità di sopravvivenza o meno degli strumenti di programmazione negoziata il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato. L’intento è di arrivare ad un documento in grado di esprimere un volere comune recuperando il protagonismo dei sindaci che aveva reso Patto, Agro Invest, Piano di Zona S1 ed affini tanti impareggiabili esempi di “best practice”.

Ieri mattina a Palazzo di Città Manlio Torquato ha ricevuto i colleghi di Castel San Giorgio, Siano, Angri, San Marzano. Diverse le assenze. Molte giustificate. Qualcuna rinverdisce recenti accenni polemici che hanno visto su posizioni critiche, più degli altri, il primo cittadino di Nocera Superiore Gaetano Montalbano. Il quale aveva letto con una certa diffidenza la posizione del collega di Nocera Inferiore laddove, durante l’ultimo summit in cui Torquato era rappresentato dal suo assessore alle partecipate Antonio Angrisani, aveva lasciato presagire una linea possibilista rispetto all’ipotesi di mandare in pensione gli strumenti di programmazione negoziata. Partendo dalla messa in liquidazione e scioglimento della Patto Territoriale-Agenzia di Sviluppo, idea perseguita dalla Provincia.

Al momento la situazione maggiormente compromessa è quella della Patto Spa, i cui dipendenti sono in cassa integrazione.

Agro Invest – che va verso l’esaurimento della sua mission – ha necessità, per sopravvivere, di allargare in qualche modo l’orizzonte d’azione. Su Agro Invest ieri ha parlato anche il presidente della Provincia Antonio Iannone: «Chiarisco che ho votato contro la dismissione di Agroinvest, seguito dalla maggioranza, perché è una società per la quale la Provincia partecipa in minima parte, circa 1,36%, e perché si tratta di una realtà sana, che ha chiuso gli ultimi due bilanci in attivo e che sta realizzando due insediamenti produttivi (Sarno e Taurana). Se queste due aree industriali non si completassero, non si potrebbe consentire alle aziende di insediarsi e di contribuire alla crescita occupazionale e allo sviluppo dell'intero territorio. La scelta di Governo - aggiunge Iannone - è stata quella di portare in Consiglio la decisione sulle partecipate. Era compito dell’assise provinciale, come è stato, votare in piena libertà su ogni singola scheda allegata alla delibera». Soddisfatti, naturalmente, i vertici di Agro Invest.

Patrizia Sereno

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