Torquato: «Patto e Agroinvest, cambiare o andiamo via»

NOCERA INFERIORE. O si cambia rotta o si esce da Patto ed Agroinvest. Manlio Torquato sollecita un rinnovamento negli strumenti di gestione, altrimenti è inutile continuare a tenere in vita...

NOCERA INFERIORE. O si cambia rotta o si esce da Patto ed Agroinvest. Manlio Torquato sollecita un rinnovamento negli strumenti di gestione, altrimenti è inutile continuare a tenere in vita carrozzoni politici che hanno perso da tempo la loro mission.

Il sindaco di Nocera Inferiore palesa il suo pensiero a poche ore dall’assemblea di Agroinvest. Per due anni abbondanti l’ente di piazza Diaz è stato a guardare. Ora Torquato rivendicherà per la sua città anche gli interessi. Non poltrone, ma un cambio di rotta e mentalità. Lo chiede ai suoi colleghi sindaci, alcuni dei quali incontrerà nel pomeriggio, lo chiede ai rappresentanti della Provincia. Il braccio di ferro più duro sarà proprio con Palazzo Sant’Agostino, che negli ultimi anni ha dettato la linea.

«Credo – afferma il primo cittadino – che per recuperare le funzioni di programmazione degli attuali strumenti, nel tempo svuotatisi rispetto alla loro iniziale missione, anche in ragione della forte strumentalizzazione politica che degli stessi si è fatta, si debba recuperare lo spirito iniziale di fine anni Novanta». Un ritorno alle origini che potrebbe passare anche da «eventualmente ridimensionamento o accorpamento degli stessi».

Torquato è chiaro: «Se da qualunque parte si dovesse pensare in termini di mera logica di contrapposizioni, alcuni sindaci da una parte e la Provincia con i suoi riferimenti dall’altra, il Comune di Nocera si vedrebbe costretto a fare scelte autonome, non escludendo, se del caso, anche di archiviare la propria partecipazione».

Minaccia, dunque, di lasciare la mano e fare cassa con la vendita delle quote, ma allo stesso tempo Torquato esclude una resa dei conti cruenta: «È inutile muoversi nella logica del braccio di ferro, bisognerà accompagnare, anche in vista della scadenza del mandato degli attuali organi di gestione, un dialogo tra le parti che ridia protagonismo e funzione ai sindaci del territorio all’interno di strumenti di programmazione da rinnovare». Ritorna la stagione dei sindaci? Perché no. A patto però che «la gestione fortemente politicizzata, che appare esserci stata fino ad oggi, vada archiviata su ogni fronte».

Il primo cittadino è ottimista: «Sono certo che tanto i sindaci dell’Agro, quanto l’attuale management, quanto la Provincia, si rendano conto della necessità di rilanciare la nuova stagione degli strumenti di programmazione negoziata fuori dalle contrapposizioni di parte».

Salvatore D’Angelo

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