Torna l’incubo racket In fiamme un capannone

Pagani, l’incendio in una azienda di conservazione di prodotti ortofrutticoli Già undici anni fa i titolari furono oggetto di un attentato. Indagini a tutto campo

PAGANI. Oltre un milione di euro di danni, secondo una prima stima. Nel 2002 la verità fu da subito uno schiaffo in pieno viso: rogo doloso. Oggi si indaga a tutto campo. Nessuna pista viene esclusa. Una nottata di fiamme e paura quella vissuta tra domenica e ieri in Via Fontana a Pagani. Un incendio di devastanti proporzioni ha distrutto il capannone posteriore della ditta dei Fratelli Califano, specializzata nel trattamento di prodotti dell’ortofrutta.

Tra le 23,30 di domenica sera e la mezzanotte si è scatenato l’inferno. Le lingue di fuoco sono state alimentate dal materiale altamente infiammabile: in particolare le pedane e le cassette di legno, ma anche quelle in plastica. Il rogo non ha risparmiato nulla: dalla cella-frigorifero alle travi di sostegno del capannone. Arrivando a lambire le abitazioni dei titolari, sovrastanti i locali di lavoro. Alla vista del fuoco tutti si sono attivati per cercare di fermare l’avanzata delle fiamme in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco. A loro il lavoro maggiore. A loro il compito di verificare – in sinergia con i carabinieri della tenenza di Pagani agli ordini del comandante Gianfranco Iannelli – se si sia trattato di un episodio accidentale, scaturito da un presunto guasto alla cabina elettrica attigua al capannone finito in cenere oppure se, come nel 2002, non si sia trattato affatto di un incidente. Approssimativamente il danno dovrebbe superare il milione di euro. In fumo anche un camion e un’utilitaria. La parte antistante dell’attività commerciale è stata risparmiata grazie al sistema antincendio.

A confermarlo è uno dei fratelli Califano. È impegnato nel cercare di ripristinare un minimo di normalità in una situazione che di normale non ha più nulla. In attesa di sapere dagli inquirenti e dagli investigatori quale sia stata la reale origine del pauroso incendio. Quello che ha ridotto in cenere dieci anni di lavoro: tanto era occorso per rimettere insieme i cocci dell’azienda dopo il rogo – doloso - del 2002. Alcune parole pesano come un macigno: «La giustizia dovrebbe fermare certa gente. E non parlo neanche di metterli in galera, dove ci costano … Ma questa è l’Italia. Ecco bruciati i dieci anni che erano serviti a rimettere su quello che era stato distrutto nel 2002…».

Patrizia Sereno

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