casa circondariale 

Torna dal processo con la droga e picchia un agente di custodia

Un detenuto introduce droga in carcere al ritorno da un’udienza dibattimentale, viene scoperto e picchia l’agente di custodia che lo perquisiva. Nuova aggressione a Fuorni, a sei giorni dall’episodio...

Un detenuto introduce droga in carcere al ritorno da un’udienza dibattimentale, viene scoperto e picchia l’agente di custodia che lo perquisiva. Nuova aggressione a Fuorni, a sei giorni dall’episodio di cui è stato vittima un sovrintendente della polizia penitenziaria. Protagonista ieri un detenuto magrebino, che ha aggredito un ispettore. L’agente aveva appena scoperto alcune bustine di hashish nei suoi slip. Il recluso era sottoposto a controlli di rito dopo la traduzione dal Tribunale di Salerno, dove potrebbero essergli stati consegnati gli stupefacenti. Un passaggio avvenuto nelle celle dell’aula. Sorpreso in flagrante, il carcerato ha dato in escandescenza ed ha assalito il poliziotto, costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso. La vicenda è riferita da Ciro Auricchio, segretario regionale dell’Unione sindacale polizia penitenziaria: «Esprimo solidarietà al collega. Non è più tollerabile che a Salerno il personale di polizia penitenziaria sia oggetto di continue aggressioni da parte dei detenuti, non è un caso che siano aumentate le aggressioni negli ultimi tempi. Più volte il sindacato ha denunciato il sovraffollamento ed il poco personale presso il carcere di Fuorni». L’ennesimo episodio di violenza testimonia di una situazione esplosiva nell’istituto di pena, nelle cui celle ci sono 461 ristretti, circa 150 in più della capienza massima. Il degrado di Fuorni divenne un caso lo scorso novembre, quando un giudice del Tribunale di Salerno accolse il ricorso di risarcimento danni per trattamento inumano di un giovane ex detenuto, recluso con altre otto persone in una cella di circa venti metri quadrati. Una settimana fa alcuni detenuti avevano aggredito un altro agente di custodia all'interno della prima sezione, dopo aver protestato per un guasto ai servizi igienici. Nei mesi scorsi erano già emerse le diverse problematiche del penitenziario salernitano, considerato a rischio anche per l’alto numero di detenuti di camorra, provenienti dalla provincia di Napoli. Il forte nucleo di origine camorristica, in un contesto di carenze generalizzate, minaccia di condizionare la vita nel carcere. Ad aprile si era registrata una serie di episodi che sono la spia di uno scenario complicato: l’esplosione di un ordigno rudimentale all’interno della casa circondariale, il ritrovamento di un telefonino in una cella e la scoperta, in sala colloqui, di 50 grammi di droga.
Gianmaria Roberti
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