Tir, ripartono le spedizioniDanni enormi per l'agricoltura

La protesta si allenta ma resta il disastro nei campi. Interi raccolti al macero, a riempire i supermarket l’ortofrutta proveniente dalla Spagna. Altissimi i costi di smaltimento. Prevista la partenza di 50 autotreni nelle prossime ore. Per i blocchi è rischio spesa nel week end: scaffali vuoti nei negozi. Pollo, verdura e pesce fresco sono già esauriti. Protestano le associazioni di categoria: "Bisogna ripristinare al più presto le regole"

SALERNO.Sono partiti nella notte dalla Piana del Sele, i primi tir verso i mercati internazionali. Quintali di ortofrutta al macero, tra quelli già confezionati e quelli rimasti non raccolti nei campi. I maggiori danni sono stati registrati nel comparto del latte e della IV e V gamma, ovvero per tutti quei prodotti della categoria del fresco lavati e imbustati con un massimo di vita possibile di sei giorni. Lo sblocco della protesta, è avvenuto a seguito dell’incontro svoltosi ieri pomeriggio presso la sede di Battipaglia di Confagricoltura Salerno, indetta dal Presidente Rosario Rago con il sindacato Autotrasportatori Uniti (rappresentati da Marcello Rocco), e le più grandi aziende del settore. Si prevede nelle prossime ore, la partenza di circa 50 camion, prima di un’ordinaria ripresa del traffico.
Danni per l'agricoltura. “Oltre al danno, per la mancata vendita dei prodotti, gli agricoltori hanno subito anche la beffa – spiega il Presidente Rago – di vedere i mercati riempiti dall’ortofrutta proveniente dalla Spagna. I prossimi giorni, saranno impegnativi sia per la ripresa della produzione all’interno delle aziende, sia per lo smaltimento delle consegne invendute e rimaste fuori dalle celle frigorifere”. Secondo una stima ancora approssimativa, il danno subito è di centinaia di migliaia di euro. Dai dati raccolti da Confagricoltura nel settore della distribuzione, si stima che a livello nazionale, verrà consegnato nei punti vendita della GDO il 40% in meno di prodotti deperibili (come carne, ortofrutta, formaggi) che le aziende non sono riuscite a trasferire sul mercato. Nel bilancio negativo calcolato al termine della protesta, alle mancate vendite e ai mancati guadagni, vanno sommati anche i costi di smaltimento pesantissimi che le imprese agricole dovranno sostenere, per la distruzione delle produzioni deperite. Confagricoltura ricorda che nelle aree del Meridione e della Sicilia interessate dai blocchi, mediamente vengono prodotte ogni giorno generi alimentari  per un valore di circa 34 milioni di euro, che in gran parte vanno perduti. La raccolta, la preparazione alla vendita e le forniture sono interrotte da oltre una settimana, determinando, sino ad ora, la perdita di oltre 80 mila giornate di lavoro equivalenti a circa 500mila di euro di retribuzione.
Spesa a rischio. Pollo, pesce fresco, verdura di quarta gamma: sono questi i prodotti già esauriti nei supermercati italiani a causa del blocco dei tir. Lo afferma il presidente della Cidec, Paolo Esposito. “Le scorte di pollo e verdure di quarta gamma sono finite un po’ ovunque soprattutto al sud – spiega Esposito – anche di pesce nostrano ce n'è pochissimo a causa dello sciopero dei pescatori. Gli scaffali dei supermercati e dei piccoli negozi si stanno pian piano svuotando, molti stanno utilizzando le scorte di magazzino ma crediamo che se la situazione non si sbloccherà nelle prossime ore il fine settimana sarà a rischio per gli acquisti”. Per la Cidec, a soffrire di più sono i prodotti dell’agricoltura e, in generale, i prodotti freschi: yogurt, formaggi, affettati. “Anche in caso di uno sblocco della situazione – spiega la Cidec – non si tornerà alla normalità prima di martedì: vi è la necessità di fare approvvigionamento, sostituire la merce nei camion, riempire gli scaffali. Siamo ovviamente preoccupati perché se, all’attuale crisi dei consumi, si aggiunge anche la mancanza di prodotti da vendere, la situazione diventa davvero difficile”. Danni, registra la Cidec, anche per le aziende di altri segmenti – non alimentari - che non possono rifornirsi di materie prime. “Molte imprese sono chiuse o lavorano a produzione ridotta con le scorte di magazzino a causa della mancanza di prodotti – spiega Esposito – ma anche qui ormai la situazione è al collasso. Parliamo di un danno che non possiamo ancora stimare perché, purtroppo, il blocco non è ancora concluso, ma parliamo di milioni di euro provocati da mancati incassi, rinvio della produzione, ritardi nelle forniture e nella fatturazione”. Pompe di benzina, poi, praticamente chiuse ovunque per esaurimento di diesel e benzina, con una impennata dei prezzi nei distributori che hanno a disposizione il prodotto. La Cidec torna ad auspicare “interventi immediati a ripristino della legalità: l’Italia – conclude Esposito - non può permettersi in un momento così delicato per l’economia di perdere ogni giorno milioni di euro”.