Timore delle contestazioni Napoli evita l’applausometro

L’Avossa indossa il tricolore come nel 2012. De Maio unico assessore al corteo Dalla Provincia solo Canfora e Coscia. Al Pontificale gelo tra De Luca e il vescovo

SALERNO. L’assessore Eva Avossa indossa il tricolore del sindaco e guida, con il presidente della Provincia Giuseppe Canfora, il corteo della processione di San Matteo. È la sua seconda volta. La prima fu nel 2012 quando da vice sindaco sostituì Vincenzo De Luca che per la prima volta si assentò. L’indiscrezione trapela già nel primissimo pomeriggio e l’assenza del sindaco facente funzione Enzo Napoli, che pure aveva preso parte, in mattinata, al Pontificale insieme al governatore della Campania, diventa un divertente tormentone tra i politici, pochi, presenti alla processione. Lei, l’ex vice di De Luca, non commenta, e alla domanda del perché sostituisca Napoli si lascia suggerire dai cronisti: «È una staffetta». Ma è solo una battuta. Poco più indietro invece le scuole di pensiero, sull’assenza di Napoli, sono diverse. C’è chi sostiene che «ha voluto evitare polemiche» (i fuochi pirotecnici negati, ndr) chi invece attribuisce alla sua assenza una scelta più politica, nel «solco di Vincenzo Giordano, che non seguiva mai le processioni» altri invece suggeriscono che la scelta di affidare il tricolore all’Avossa «è un modo per gratificarla dopo averla ignorata nel rimpasto». Enzo Napoli, intanto, intorno alle 20, sul suo profilo Facebook, tanto per riaffermare la sua laicità, posta “Il vangelo secondo Matteo” l’intero film di Pier Paolo Pasolini girato nel ’64 a Matera e lo fa senza aggiungere alcun commento.

Addio all’applausometro. Che la processione del santo patrono della città non doveva essere più la passerella politica di una volta, lo si era capito già da qualche anno. Lontani i tempi dell’applausometro (quest’anno solo Lotito ha strappato qualche applauso, ndr), l’arcivescovo Luigi Moretti dal 2010 ha lavorato ad una maggiore sobrietà. Lavoro che da almeno tre anni ha raffreddato i rapporti tra Palazzo di Città e Curia dando vita ad un lungo braccio di ferro. Gelo che in mattinata si era rivisto al Pontificale con De Luca che resta impassibile all’arrivo dell’arcivescovo e il facente funzione, che al contrario si lancia in un cordiale sorriso. Gelo che tracima nella processione con tantissime assenze di lusso.

I guardaspalle. A fare da ali alla Avossa ed a Canfora i consiglieri comunali Angelo Caramanno, Horace Di Carlo, Domenico Galdi, Nico Mazzeo, Antonio D’Alessio, Gianluca Memoli, Luigi Bernabò, Marco Petillo ed il consigliere provinciale Giovanni Coscia che in mattinata, al Pontificale, aveva indossato la fascia blu di Palazzo Sant’Agostino “scippatagli” nel pomeriggio da Canfora. Tra i consiglieri comunali al seguito del santo «molti di quelli delusi» si dice tra la folla. Quelli cioè che ambivano ad un posto in giunta. Assenze che sottolineano «una spaccatura interna alla maggioranza» di Palazzo di Città e non solo. Spaccatura che però, commenta qualcuno «non è certo un segno di debolezza del deluchismo». Anche gli assessori non rispondono all’appello, l’unico presente è stato Mimmo De Maio per altri «si tratta di una scelta laica» si prova a giustificare. Sarà. Anche dalla Regione c’è scarsa affluenza, l’unica presenza è quella di Luca Cascone. De Luca era assente giustificato. A Roma per la direzione nazionale del Pd dove, trapela dalla folla: «Si sta annoiando come non mai». Tra le donne in consiglio comunale, Packy Memoli ha marciato in prima fila lanciata, come si dice, ad «un ruolo importante nel prossimo consiglio comunale»; qualche linea più indietro Anna Ferrazzano. «I deluchiani di ferro in consiglio comunale si sono defilati?» commenta qualcuno. Certo non c’era Franco Picarone piuttosto che Alfonso Buonaiuto, che pure erano sempre alle spalle di De Luca negli anni degli applausi che l’ex sindaco riceveva più del santo. Assenti i parlamentari. Da Tino Iannuzzi (presente al Pontificale) al dimissionario e attuale vice presidente della Regione, Fulvio Bonavitacola. C’era l’ex senatore Alfonso Andria e c’era l’attuale sindaco di Baronissi, Gianfranco Valiante con alcuni suoi assessori.

Centrodestra assente. Alla processione non si sono visti Roberto Celano e Raffaele Adinolfi che forse hanno seguito il consiglio di Antonio Iannone che su Facebook aveva suggerito ai politici di evitare «di creare quel vergognoso gruppo a ridosso del Santo», dimenticandosi il gruppo di fedelissimi di Cirielli che affollavano la processione ai tempi della sua presidenza alla Provincia. C’era Antonio Iannone, già in piena campagna elettorale e c’era Giuseppe Zitarosa che non nasconde il gelo con i vertici di Forza Italia, tenendo una posizione defilata rispetto al coordinatore Enzo Fasano presente con la moglie e con la coordinatrice alle Politiche sociali di Forza Italia, Sonia Senatore. C’era anche Lello Ciccone da più parti dato come possibile candidato a sindaco del centrodestra anche se lui continua a rispedire al mittente le ipotesi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA