Testimonianza di Hack nei “Quaderni dell’Agro”

L’astrofisica aveva scritto una nota per l’autobiografia di Fresa. Forte: «Stregato dalle sue parole»

NOCERA INFERIORE. La celebre e compianta astrofisica Margherita Hack, nel segno di due nocerini: l’astronomo Alfonso Fresa e Francesco Forte, editore della Oedipus nonché coordinatore del trimestrale “Quaderni dell’Agro”. Il legame tra i tre illustri personaggi della cultura italiana si sublima proprio nel primo numero della rivista, pubblicato nel 2012 e al cui interno compariva un testo inedito tratto dall’autobiografia dell’astronomo Alfonso Fresa, famoso scienziato di Nocera Superiore. Il capitolo dedicatogli era accompagnato da un testo scritto dall’astronoma Margherita Hack. La scienziata raccontava di Fresa e dell’astronomia italiana nella prima metà del XX secolo. Un’operazione editoriale di particolare prestigio per l’editore Forte, che gli consentì di stringere un rapporto di stima con la Hack

«L’avevo conosciuta nel settembre 2005 - racconta il professor Forte - L’andai a trovare al Teatro Morlacchi di Perugia, dove, nel corso di “Perugiasciencefestival”, si rappresentava “Variazioni sul cielo”, uno spettacolo nel quale l’attrice Sandra Cavallini e il video artista Massimo Iaquone rielaboravano in chiave poetica il pensiero scientifico della Hack. Stregato dalle parole di chi racconta il mistero con delicatezza e dal sorriso riflesso nell’azzurro dei suoi occhi, le parlai della possibilità di riprendere lo spettacolo sotto il cielo di Matera. Un paio di anni addietro, con l’avvio della pubblicazione dell’astronomo Fresa, le chiedemmo di riproporre una lunga nota nella quale parla del suo rapporto con l’astrofisico nocerino».

Nella nota introduttiva dei “Quaderni dell’Agro”, Margherita Hack parla di Fresa e dei suoi studi applicati alla Luna, ripercorrendo gli anni giovanili della propria carriera di studiosa e ricercatrice. «Questa biografia di Alfonso Fresa mi riporta alla memoria quelli che sono stati i miei primi approcci con gli osservatori e gli astronomi. Erano gli anni ’40, c’era ancora la guerra e io stavo cercando un argomento per la mia tesi di laurea in fisica», così cominciava il suo racconto la Hack che, presso l’Osservatorio astrofisico di Arcetri, sentì per la prima volta il nome di Fresa, autore di un volume sulla Luna. È la stessa Hack a ricordare infine uno degli aspetti inediti di Fresa, ovvero il suo interesse per l’archeologia e per la storia dell’astronomia antica e preistorica.

Davide Speranza

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