SOS VIOLENZA

Terrorizza l'ex compagna a Pagani: nei guai un 53enne

La minaccia: «Stai attenta, la fine che meriti se non la fai te la faccio fare io»

Non c’era scampo per la sua donna. Per questo, dopo che lei aveva deciso di lasciarlo, lui si dichiarava pronto a tutto. «Donna avvisata, mezza salvata», disse con fare minaccioso e intimidatorio. Poi iniziò a pedinarla, inviandole messaggi per terrorizzarla, molestandola di continuo, citofonando senza però parlare e rivolgendosi anche al figlio.
Nero su bianco, agli atti dell’indagine arrivata alla fase conclusiva, c’è un lungo profluvio di minacce, intimidazioni e parole senza possibilità di equivoco, trascritte agli atti del procedimento, con la richiesta di processo con rito immediato a pendere sul suo capo. L’uomo, un cinquantatreenne originario di Sant’Antonio Abate e residente a Pagani, rischia infatti il giudizio. «Ti posso aspettare al rientro - scriveva nei suoi messaggi - attenta a non cadere dalle scale stasera, ti sei divertita, da ora in poi si inizia a piangere, inizia il divertimento mio... O esci fuori di testa tu o qualcun altro. Ti stai iniziando a prendere troppa libertà, stai attenta, la fine che meriti se non la fai te la faccio fare io».
Quest’atteggiamento costringeva la donna a un clima di terrore, al punto da non farla uscire più di casa, presa dalla paura anche per suo figlio. Il 14 ottobre 2017, in particolare, l’uomo le inviò un messaggio ancora più duro: «La prossima volta che esci da sola fatti accompagnare fino al palazzo dalla scorta – le scrisse facendole capire che era lì da qualche parte a controllare cosa faceva – non fare che una volta arrivata al garage lo fai andare via, buonanotte». Ancora, pochi giorni dopo l’imputato mandava messaggi minatori al figlio e, in altre occasioni, fingeva di essere la madre inviandogli sms per poi comparire all’uscita da scuola, con la donna che, andando a prendere il ragazzo, si ritrovava pedinata di nuovo. Una sitazione insostenibile, per lei, fatta di ansia e terrore. Di qui la denuncia, presentata a novembre 2017, quando ormai la donna era arrivata allo stremo, in preda al panico, bersagliata da messaggi e intimidazioni continue.
«Secondo me non ci arrivi al compleanno di tuo figlio..., per adesso ok, stai attenta bella... drogata, ti sei fermata a prendere il caffè, con quali soldi paghi, con i soldi che ti prostituisci, i soldi della tua prostituzione li devi dare a me». Ad Angri, in un caso, il 53enne le si era avvicinato aprostrofandola in malo modo e offendendola.
Il procedimento penale avviato dopo i drammatici racconti e le denunce presentate dalla donna, ora è al vaglio del gip, che dovrà decidere, in base al quadro probatorio, sull’eventuale giudizio con rito immediato.
Alfonso T. Guerritore
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