il caso

Terreni Orientale, firma rinviata

I rappresentanti dell’Istituto prendono tempo. Diffida dei riformisti

Rinviata la sottoscrizione dell’accordo tra il Comune di Eboli e l’Istituto Orientale sui terreni di Santa Cecilia. E i riformisti del Pd diffidano il sindaco Melchonda a sottoscrivere l’accordo di transizione. La disputa legale, iniziata 20 anni fa, poteva concludersi giovedì scorso con la sottoscrizione dell’accordo di transizione nel quale l’Istituto riconosceva al Comune la proprietà di parte dei terreni. Saltata la firma per l’assenza del rappresentante dell’Orientale, il sindaco Melchionda non perde le speranze, nonostante i riformisti lo abbiano diffidato dall’apporre una firma ad un «patto scellerato» ratificato dalla giunta. Il rinvio sarebbe dovuto a motivi tecnico-istituzionali: l’Ente da poco ha rinnovato i suoi vertici. Gli attuali amministratori avrebbero indicato come data utile per la firma il prossimo 4 febbraio.

«L’accordo predisposto è stato redatto dietro le indicazioni che il Consiglio Comunale sancì nel 2009 – chiarisce Melchionda –un accordo fin troppo favorevole al Comune per questo sono ansioso di siglare la transazione». Visione totalmente opposta a quella dei riformisti che individuano le inadempienze e mancanze interne al documento e per le quali hanno depositato un’interrogazione scritta: «un patto scellerato del tutto insoddisfacente e dannoso per il Comune a fronte della sola acquisizione in piena proprietà di circa il 25% delle terre contese, e del 10% circa in comproprietà con l’Università l’Orientale di Napoli – dichiarano i consiglieri - accontentarsi di pochi spiccioli, per mettere una toppa al bilancio senza risolverne le criticità, e rinunciare alle proprie ragioni aprendo la strada agli affari di qualche caporione della Piana, non ha nulla a che fare con il governo di Eboli e la tutela degli interessi dei suoi cittadini».

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