L'INCHIESTA

Terremoto, soltanto spiccioli trentasei anni dopo

Arrivamo altri ventiquattro milioni di euro per la ricostruzione ma ne mancano ancora centoquarantacinque

SALERNO. Per chiudere la partita della ricostruzione, a 36 anni dal terremoto, in Campania servono almeno altri 400 milioni di euro. Ma per ora a disposizione ci sono soltanto 14,7 milioni. E, anche a voler contare sui 140 milioni messi sul tavolo dal Governo, sarà difficile far tornare i conti. Sono questi alcuni dei dati dai quali partirà il lavoro del comitato tecnico nominato due giorni fa dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che dovrà occuparsi di coordinare tutte le attività connesse alla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 23 novembre 1980. La creazione di questo organismo era prevista fin dallo scorso mese di luglio, quando con delibera di giunta furono anche iscritti nel bilancio di previsione di quest’anno i fondi messi a disposizione del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che provengono da uno dei due stanziamenti disposti dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, tra il 2008 e il 2010.

Le risorse necessarie nel Salernitano. In totale, ai 38 comuni della provincia di Salerno (sei dichiarati disastrati, 24 gravemente danneggiati e otto danneggiati) ammessi ai finanziamenti ministeriali, dovrebbero andare quasi 24 milioni di euro. Un “contributo” non sufficiente per portare a termine la programmazione post-sisma: dal completamento di edifici pubblici danneggiati all’erogazione dei contributi alloggiativi a chi in quel dramma perse la propria abitazione e oggi ha ottenuto solo un parziale risarcimento o addirittura nulla. La somma disponibile, infatti, è di gran lunga inferiore rispetto al fabbisogno: l’ultima ricognizione fatta dal ministero delle Infrastrutture, a ottobre del 2014, segnalava che per completare la ricostruzione in provincia di Salerno occorrevano ancora 145 milioni di euro. Alle risorse ministeriali vanno sommate le giacenze dei singoli Comuni che, nel totale, arrivano poco più di 16 milioni di euro. Tra nuovi fondi provenienti dal dicastero oggi guidato da Graziano Delrio e giacenze, il totale è di quasi 40 milioni di euro. Poca cosa, ma questa è la base dalla quale prenderà le mosse il lavoro del tavolo tecnico che dovrà riaccendere la macchina della burocrazia. Dal 2008, infatti, il processo di completamento della ricostruzione in Campania e Basilicata è praticamente fermo.

I componenti del comitato. Per i Comuni, poi, c’è da superare il vincolo del Patto di stabilità, nel quale sono confluite anche quelle somme rimaste inutilizzate nei bilanci locali. Una sorta di “cold case” quello con il quale avranno a che fare per i prossimi mesi i componenti del comitato tecnico scelti direttamente dall’ex sindaco di Salerno. A guidarlo sarà Roberta Santaniello, ex segretaria provinciale del Pd e candidata irpina alle scorse regionali, oltre che responsabile dell’ufficio di interfaccia con il dipartimento delle Politiche territoriali nelle materie di lavori pubblici e protezione civile. La Santaniello, che nel 2015 non era riuscita a farsi eleggere in Consiglio regionale, porta all’interno del comitato la sua esperienza come ingegnere che ha lavorato per la ricostruzione post sisma all’Aquila proprio per conto del ministero delle Infrastrutture. Per la Regione Campania ci sarà anche il referente della direzione generale Programmazione Economica e Turismo, Giancarlo Palladino, mentre in rappresentanza dei territori, in particolare quelli della provincia di Avellino e Salerno, ci sono il sindaco di Buccino e membro del consiglio nazionale dell’Anci, Nicola Parisi, l’ex sindaco di Valva ed ex segretario provinciale del Pd, Michele Figliulo, mentre per la provincia di Avellino gli ex sindaci di Marzano di Nola, Franco Addeo, di Lioni, Rodolfo Salzarulo, di Sant’Angelo dei Lombardi, Rosanna Repole, e di San Mango sul Calore, Franco Romano. Tutti, ovviamente, vicinissimi al presidente De Luca.

I tempi. Li aspetta un lavoro difficile, quasi storico. Ma si dovrà ricominciare praticamente da zero. Per questo, già nel giro di sette o al massimo dieci giorni, il comitato tecnico guidato dall’ex segretaria provinciale del Partito democratico di Avellino potrebbe riunirsi per la prima volta avviando così un lungo lavoro che, nelle previsioni, dovrebbe terminare nel giro di almeno tre anni.

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